Più che fare una dichiarazione, Grillo pone una serie di domande alle quali non è semplice dare una risposta. Per farlo è sicuramente necessario avere un quadro generale più completo della Rai.



Innanzitutto occorre scindere all’interno della dichiarazione il presente (certo e verificabile attraverso il bilancio della Rai) dagli scenari futuri (aleatori). Tre sono le dichiarazioni oggettivamente verificabili:



1) L’ammontare dello stipendio di Fazio;



2) Il fatto che la Rai abbia subito una perdita di 245,7 milioni di euro;



3) Il fatto che i ricavi della Rai siano 1748 milioni, di cui 675 dalla pubblicità e che dal 2012 questa ultima voce sia scesa di 209 milioni di euro.



Andiamo con ordine e verifichiamo il primo punto: lo stipendio del conduttore di Che tempo che fa. La polemica ha riguardato non solo i presunti 5,4 milioni di stipendio di Fazio (troppi secondo alcuni), ma anche il fatto che non fosse, in effetti, possibile sapere con certezza se l’ammontare fosse esatto. Come emerge da questo video in cui Fazio discute con Brunetta, gli stipendi dei dipendenti Rai non sono resi pubblici. Sul tema si sono consumate parecchie polemiche con, ultima all’appello, la dichiarazione del presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, che “bacchetta” la Rai riguardo alla piena applicazione del contratto di servizio sul tema della trasparenza. La Rai stessa ha affermato che, stando alle informazioni disponibili, Fazio dice il vero quando afferma che il suo programma ha un bilancio positivo. Per maggiori dettagli sul tema si veda questa nostra precedente analisi. Per chiarire meglio questa parte della dichiarazione servirebbero delle risposte più mirate, ad esempio, alle seguenti domande: quanto pesano, sul totale degli introiti derivanti dalla pubblicità, quelli di Che tempo che fa? Al netto di ricavi meno costi di gestione, il programma porta un utile all’azienda? In termini di costo opportunità, quanto peserebbe un’eventuale assenza di Fazio dai palinsesti sul bilancio Rai? Domande a cui non è possibile rispondere dato che il bilancio dei singoli programmi non è pubblico.



Andiamo adesso al secondo punto, ossia i risultati dell’anno scorso: come si legge nel documento di bilancio a pag. 8, la Rai ha avuto una perdita di 245,7 milioni (a fronte di un utile di 39,3 milioni del 2011).



E’ vero anche – e qui arriviamo al terzo punto verificabile – che la Rai ha avuto un calo dei ricavi derivanti dalla pubblicità di 209 milioni. Come si può vedere nello schema estratto dal bilancio Rai (pag. 59) sotto riportato, è evidente che i maggiori introiti sono dipesi quasi interamente dall’aumento del canone unitario (da 110,5 euro del 2011 ai 112 euro del 2012) mentre per la pubblicità la situazione è in forte recessione, come riportato dalla seguente nota al bilancio: “In un contesto caratterizzato dal rallentamento dell’economia e dal calo dei consumi, anche la raccolta pubblicitaria nel 2012 ha registrato evidenti segni di difficoltà. […] In particolare gli investimenti pubblicitari televisivi e radiofonici evidenziano una flessione rispettivamente del 15,3% e del 10,2%. In tale contesto, gli introiti pubblicitari della Rai (674,9 milioni di euro) evidenziano una diminuzione di 209,0 milioni di euro (-23,6%) rispetto all’esercizio 2011, come evidenziato nella tabella a lato. La caduta dei ricavi pubblicitari superiore alla contrazione del mercato di riferimento ha determinato nell’esercizio una consistente perdita di quota di mercato della concessionaria Rai, a fronte della quale sono state intraprese incisive azioni di intervento su vari capitoli aziendali della Sipra, inclusa una revisione delle pratiche commerciali e un rafforzamento dell’assetto manageriale e delle procedure interne”.






A supporto di questa tabella (pag. 61 del bilancio Rai) si riporta un altro stralcio estratto dal bilancio Rai che analizza il peso percentuale delle diverse componenti dei ricavi:






Per quanto concerne gli scenari futuri, ovvero che la perdita nel 2013 sarà di 400 milioni e che la perdita di ricavi dalla pubblicità prevista si raddoppierà nel 2013, una verifica puntuale non è possibile. Restano molti interrogativi sulla solidità e sul futuro aziendale della Rai nel breve termine, anche se le ultime dichiarazioni rilasciate dal direttore generale Gubitosi lasciano intravedere un ottimismo che fa da contraltare alle dichiarazioni nefaste di Grillo; si parla di bilancio in pareggio nel 2013, con una perdita di “soli 2-3” milioni di euro a settembre 2013, a fronte dei 185 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente.



Ai fini del giudizio finale, Grillo ottiene un “Vero” per i dati relativi al 2012 bilancio (esatti), mentre per le proiezioni future, se dovesse avere ragione Gubitosi, le dichiarazioni di Grillo sarebbero da “Panzana pazzesca”. Tuttavia il responso definitivo lo si saprà solo nei primi mesi del 2014.





(Si ringrazia Daniele Lombardo per questa analisi)