Renzi alle prese con i dati sulle esportazioni del settore alimentare e sul loro reale potenziale. Vediamo come se la cava.
Sulle esportazioni è probabile che il Premier stesse facendo riferimento ai dati per il 2012. Secondo Coldiretti, infatti, il valore delle esportazioni di cibo e bevande italiane aveva raggiunto la cifra record di 31,8 miliardi di euro. Dati più recenti per il 2013 indicano un ulteriore aumento nel valore delle esportazioni, che sempre secondo Coldiretti, si attestano sui 33,4 miliardi. Il dato, tuttavia, include le esportazioni di vino, uno dei settori maggiormente in crescita. Pertanto, se dal totale eliminiamo i 5 miliardi di esportazione di vino scopriamo che l’export di cibo non supera i 28,4 miliardi di euro. Renzi dunque esagera di poco il dato.
Quanto alla richiesta di cibo italiano, il Premier sembra riferirsi al giro d’affari della contraffazione alimentare. Su questo punto troviamo il Rapporto sui Crimini Agroalimentari in Italia redatto dall’Eurispes e dalla Coldiretti. Lo studio risale al 2011 e produce una stima del giro d’affari globale della ”contraffazione alimentare”, ossia i prodotti che, scimmiottando nomi e parole italiane, camuffano in realtà provenienze ben diverse (come il Parmesan citato da Renzi). A pagina 4 della sintesi del rapporto si legge infatti del fenomeno dell’Italian sounding, un settore dal fatturato globale stimato attorno ai 60 miliardi di euro. Lo stesso dato è stato ripetuto in occasione dell’ultimo rapporto Eurispes Italia 2014, ed è molto inferiore ai 90 miliardi citati dal Premier.
Renzi dunque ci va vicino sulle esportazioni del settore alimentare, ma esagera notevolmente la stima sulla richiesta di cibo italiano: “Nì”.