Roberto Fico approfitta del successo che il M5S ha riscosso grazie a internet per risaltare le inadeguate condizioni della rete in Italia, a partire da una velocità che lascia molto a desiderare. Come conferma lo studio della piattaforma Akamai, che pubblica rapporti trimestrali sullo “Stato di internet”, nell’ultimo rapporto disponibile, risalente all’ultimo quarto del 2013, l’Italia è il ventesimo Paese europeo per la velocità della banda larga (vedi tabella a pag. 29). Ci viene in aiuto anche la piattaforma Ookla la quale, nella classifica che misura la velocità di internet (in megabit per secondo) rivela che il Paese dell’Unione Europea con i download più rapidi è la Romania, mentre l’Italia è terzultima, con una velocità di internet superiore solo a Croazia e Cipro (per vedere la classifica è necessario andare nella parte più bassa della pagina). L’Italia è perciò sicuramente tra gli ultimi, ma non necessariamente l’ultimo Paese in Europa per velocità della rete.
Fico parla anche dei costi di internet e per verificare quanto dichiara ci rifacciamo nuovamente alla piattaforma Ookla, che monitora i diversi costi della rete in Europa e nel mondo (per vedere i diversi valori è necessario andare nella parte più bassa della pagina e selezionare le diverse categorie). Iniziamo, quindi, dal costo medio di un abbonamento broadband nei Paesi europei, diviso per il Pil pro capite. In questo modo scopriamo che il Paese più economico è il Lussemburgo, seguito da Austria e Danimarca. In questa classifica l’Italia si posiziona all’undicesimo posto. Secondo Ookla, un abbonamento alla banda larga in Italia costa in media 40,74 dollari al mese, pari all’1,27% del Pil pro capite. Nei Paesi Ue dove il broadband costa di più rispetto alla ricchezza individuale (Lettonia, Bulgaria, Croazia), la proporzione si aggira o supera il 2,5%.
Se questa classifica non sembra dar ragione a Fico, proviamo a raffrontare il costo del broadband non solo al Pil pro capite ma alla sua velocità: tale metodo dà risultati decisamente più vicini alla dichiarazione del M5S. La seconda classifica di Ookla considera il costo per megabit per secondo (Mbps) diviso per il Pil pro capite. Qui il Lussemburgo si posiziona al primo posto come il Paese meno caro (0,034% del Pil), seguito da Danimarca e i Paesi Bassi, mentre l’Italia è ventunesima, con un rapporto costo Mbps/Pil dello 0,191%, tra i Paesi più cari d’Europa. Finalmente, osservando la classifica del costo complessivo dei Mbps, scopriamo che i primi tre Paesi – e quindi i più economici – sono Bulgaria, Romania e Lituania, mentre l’Italia è tra i primi quattro in Europa per costo dopo Irlanda, Cipro e Francia. Ne desumiamo che internet non è più costoso tout court ma lo è se lo si rapporta alla velocità del servizio.
Prendendo in considerazione questi risultati, l’Italia è effettivamente tra gli ultimi (ma non proprio l’ultima) in Europa per quanto riguarda sia la velocità che il costo della nostra rete.
Roberto Fico non guadagna il massimo dei voti ma raggiunge un “C’eri quasi”.