Alla direzione del Pd Matteo Renzi parla di Jobs Act e poi si lancia in una riflessione sui numeri dell’occupazione di cui vorrebbe parlare “nel merito”. Di recente abbiamo verificato una dichiarazione di Brunetta proprio su questo tema; vediamo come se la cava il Premier.



Aumenta l’occupazione & aumenta la disoccupazione



Può sembrare un paradosso, ma è possibile che in un dato periodo aumentino sia i disoccupati che gli occupati. La disoccupazione non misura la totalità di persone senza lavoro bensì solo le persone non occupate in una certa fascia d’età che cercano lavoro attivamente. Un calo nel numero di disoccupati potrebbe diventare una cattiva notizia se è frutto dell’esasperazione di chi abbandona del tutto la ricerca del lavoro constatando la mancanza di opportunità lavorative.



Nel caso specifico, gli ultimi dati mensili Istat indicano sì un aumento nei disoccupati, ma nessun aumento nel numero di occupati. I primi sono aumentati di 286 mila unità rispetto all’ottobre 2013 e di 90 mila unità rispetto a settembre. I secondi sono invece rimasti quasi invariati rispetto all’anno scorso (-1.000 unità su più di 22 milioni) e scesi di 55 mila unità rispetto al settembre di quest’anno.



Guardando invece i dati trimestrali, il cui ultimo aggiornamento è uscito anch’esso a fine novembre, Renzi avrebbe ragione. Nel 3° trimestre 2014 (luglio-settembre) sono aumentati sia gli occupati (+122 mila) che i disoccupati (+166 mila) rispetto al 3° trimestre 2013. L’aumento nell’occupazione è più limitato (+13 mila) se si usano i dati destagionalizzati, ovvero depurati degli effetti ‘standard’ del periodo dell’anno, così come leggermente minore è l’aumento nei disoccupati (+142 mila). E’ vero però che confrontando lo stesso trimestre da un anno all’altro la stagionalità non dovrebbe causare distorsioni al confronto. Riassumiamo graficamente i dati qui sotto.






I contratti a tempo indeterminato



Se gli aumenti dell’occupazione sono – nel caso del III trimestre 2014 – nell’ordine di 122 mila unità, com’è possibile che siano aumentati di quattro volte tanto i contratti a tempo indeterminato? E’ presto detto: i numeri che riporta Renzi indicano un flusso e non uno “stock” di posti di lavoro, come spiega lo stesso Ministero del Lavoro. E’ un confronto un po’ fuorviante che Renzi ha già fatto in passato (furbescamente? inconsciamente? lasciamo a voi decidere) e nasce dal fatto che il numero di contratti attivati può anche aumentare, ma se un numero maggiore terminano, il totale degli occupati finirà comunque per restringersi.



Ma almeno Renzi cita numeri corretti? Al momento della dichiarazione il Ministero del Lavoro aveva rilasciato solo un comunicato stampa, indicando che i dati completi sarebbero stati pubblicati il 4 dicembre. Il 3 dicembre, un giorno in anticipo sul programma, sono usciti i dati completi e abbiamo potuto controllare le parole di Renzi. I contratti a tempo indeterminato attivati nel III trimestre 2014 erano effettivamente 401.647, in aumento del 7,1% rispetto allo stesso periodo del 2013.



I settori



Nella seconda parte della dichiarazione il Premier elenca l’andamento dei vari settori rispetto allo stesso trimestre del 2013. Vediamoli uno ad uno, prendendo tutti i dati dalle serie storiche trimestrali indicate in alto.

* “L
‘industria che cresce”: gli occupati nell’industria in senso stretto sono aumentati sia in termini destagionalizzati che in valori grezzi.

* “Con i servizi che tornano in positivo”: in questo settore si registra un aumento nei valori destagionalizzati (+27 mila) e in quelli grezzi (+66 mila).

* “Con l’agricoltura che fa +12 mila per la prima volta”: cosa intenderà Matteo Renzi per ‘la prima volta’? Effettivamente gli occupati nell’agricoltura sono aumentati in valori grezzi mentre erano calati nel 2012 e 2013. Guardando i valori destagionalizzati, il calo (-3.674 unità) è più ridotto degli anni precedenti ma prosegue un trend
iniziato nel 2011.

* “C
on l’edilizia che continua a segnare -65 mila”: in realtà il valore destagionalizzato sarebbe -58 mila.



Il verdetto



Matteo Renzi sostiene che aumentano sia gli occupati che i disoccupati e questo è vero se ci atteniamo ai dati dello scorso trimestre (come lui invita a fare nella dichiarazione stessa). Sono inoltre aumentati di 400 mila unità i nuovi contratti a tempo indeterminato firmati nel medesimo periodo rispetto all’anno prima, anche se è importante sottolineare che ciò non indica un aumento simile dell’occupazione (che infatti aumenta di circa un quarto di quella cifra). La scelta di usare dati grezzi e non dati destagionalizzati è forse questionabile ma il confronto è tra gli stessi trimestri. La dichiarazione contiene qualche imprecisione ma è tutto sommato vera: “C’eri quasi”.