Luigi Di Maio cerca di togliersi diversi sassolini dalle scarpe in una sola dichiarazione, collegando un certo risentimento per la soppressione del Corpo Forestale dello Stato con l’ormai lunga battaglia contro l’erogazione di rimborsi elettorali ai partiti.
Cosa è successo al Corpo forestale dello Stato
Nella prima parte della dichiarazione il vice-presidente della Camera fa riferimento alla riunione del Consiglio dei Ministri avvenuta il 20 gennaio, quando il governo Renzi si è riunito per discutere della riforma della Pubblica Amministrazione del ministro Madia. Secondo il comunicato stampa rilasciato da palazzo Chigi, uno dei punti in agenda è stata proprio la razionalizzazione delle funzioni di polizia e assorbimento del Corpo Forestale dello Stato. Il decreto legislativo, che prevede l’annessione del Corpo Forestale nell’Arma dei Carabinieri, è stato approvato in esame preliminare, insieme ad altri 10 decreti attuativi della legge 7 agosto 2015 n. 124 [c’è un errore nella data del comunicato ministeriale, l’anno è il 2016]. Di fatto quindi il Corpo, che esiste dal 1822, viene eliminato e assorbito all’interno di un altro gruppo delle forze armate. Già in passato molte associazioni si erano proclamate contrarie all’accorpamento (nella lettera si parlava della Polizia): tra queste, il Wwf ha affermato che avrebbe preferito un epilogo diverso alla vicenda.
I forestali in Sicilia e Calabria
Di Maio tiene a precisare che il Corpo Forestale non ha nulla a che fare con gli scandali legati all’eccessivo numero di forestali in Calabria (dove sarebbero più dei rangers canadesi) e in Sicilia (dove si parlava di un costo di 480 milioni l’anno). Anche se in entrambi i casi si parlava sempre dello stesso corpo, in Sicilia in effetti i forestali sono dipendenti della Regione a tutti gli effetti, e quindi la cancellazione del corpo a livello nazionale non comporta una revisione dell’organico, che richiede invece un intervento sullo Statuto siciliano. La Calabria, che non è Regione a statuto speciale, è invece direttamente amministrata dal corpo nazionale.
Soldi agli zombie?
Lo scorso 11 gennaio la Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici ha tramesso alla Camera una ulteriore integrazione alla relazione di fine novembre in cui esprimeva il proprio giudizio di regolarità e di conformità alla legge dei rendiconti dei partiti politici. Nel nuovo prospetto sono inclusi anche partiti minori come l’Alleanza per l’Italia (che però, il giorno dopo la dichiarazione di Di Maio, ha detto che non parteciperà al riparto dei rimborsi) e i Popolari Udeur di Mastella. Questi partiti, inizialmenti inclusi nella lista ‘destinatari di invito a sanare’, hanno provveduto a regolarizzare i propri bilanci e possono ora accedere alla propria fetta dei 45 milioni di euro, pari a un totale di circa mezzo milione come sostiene Di Maio, che cita dati dal Blog di Grillo*. Come rappresentato nel grafico sottostante si tratta in totale di 485.195 euro. Va detto che la Commissione è composta da membri della Corte dei Conti, Cassazione e Consiglio di Stato, e indirizza il proprio parere al parlamento, non al governo. In particolare è l’Ufficio di presidenza della Camera a ripartire i rimborsi per le spese elettorali. Incolpando Renzi, Di Maio fa probabilmente riferimento alla legge di cui la relazione discussa rappresenta una integrazione, ovvero la legge dell’onorevole Boccadutri (Pd) che aveva causato diverse polemiche a fine 2015.
Nota: i dati riportati nel grafico sono tratti dalla Gazzetta Ufficiale. In particolare si fa riferimento alle rate 2015 dei rimborsi 2013 per ciascuno dei partiti che faceva parte del Prospetto 8 (partiti invitati a sanare la propria situazione) della relazione di novembre, diventati in seguito idonei. Si tratta dunque degli otto partiti rappresentati nel grafico, oltre a Alleanza di Centro, Allenza per l’Italia, Comitato promotore UNE 2010 e Democrazia Cristiana Campania che non ricevono rate per il 2015. Il dato dell’UdC è ottenuto sommando i rimborsi nelle singole Regioni.
Il verdetto
Al di là del pindarico collegamento tra lo smantellamento del Corpo Forestale e i rimborsi elettorali, i dati citati da Di Maio sono corretti, “Vero”!
* Si ringrazia per la segnalazione Antonio Pitoni, autore di uno dei pochi articoli ad aver affrontato il tema.