Nichi Vendola, un passato da comunista e un presente da leader di Sel, avrà citato correttamente il pensiero del liberale Einaudi?



Sembrerebbe di sì: Luigi Einaudi parla spesso nei suoi saggi di coesione e giustizia sociale, come mostra questo seminario organizzato nel 2008 dalla Banca d’Italia, e di patrimoniale, tanto da dedicare a questo argomento un saggio, “L’imposta patrimoniale“, pubblicato nel 1946.



Nelle sue pagine, Einaudi spiega e sostiene il ruolo della patrimoniale come mezzo di coesione sociale nei seguenti termini: “Bisogna creare fiducia. Questo è il miracolo dell’imposta straordinaria sul patrimonio” […] “Il miracolo che la patrimoniale deve compiere è dare per la prima vota ai contribuenti italiani, coi fatti e non con le prediche di noialtri economisti, la sensazione che si vuol cambiare rotta, che è finita l’era lunga dell’incremento continuo ed esasperante delle imposte ordinarie sul reddito. Gli aumenti (saranno d’ ora in poi riservati) ai momenti di pericolo, alle grandi opere trasformatrici. Anche gli italiani sono disposti a veder raddoppiate, triplicate le aliquote quando la patria fa ad essi appello per una causa giusta. Ma perciò occorre che il peso dell’ insieme delle molte inspiegabili imposte sul reddito sia ridotto ad un limite ragionevole”.



L’imposta sul patrimonio era per Einaudi un segnale di coesione e, soprattuto di giustizia sociale che permetteva ai cittadini di sentirsi legati da un rapporto di fiducia con il loro proprio Stato e verso i proprio politici.



Nulla da eccepire – “Vero”!