Questa analisi fa parte della Pagella Politica di Agi e contiene solo il verdetto, con modifiche. Qui puoi leggere l’articolo completo.

Claudio Borghi fa un’affermazione imprecisa. Non è vero che “tutti” i Paesi Ue violino il parametro del 3 per cento di deficit/Pil: l’anno scorso solo un Paese (Cipro) era al di sopra di questa soglia e nel 2019 si prevede che solo due Paesi (Francia e Romania) facciano lo stesso. Il quadro cambia se si guarda agli anni della crisi e anche a quelli immediatamente successivi, quando molti Paesi Ue hanno sforato il tetto del 3 per cento.

Borghi esagera un po’ lo sforamento della Francia nel 2019: non sarà del 3,5 per cento ma del 3,1 per cento, e l’indice tornerà ampiamente sotto il 3 per cento nel 2020.Anche sul Portogallo, si può fare qualche appunto a Borghi: è vero che negli ultimi 10 anni il rapporto deficit/Pil del Paese iberico è stato diverse volte più o meno il doppio di quello italiano. Ma non si può associare questo risultato al “modello Portogallo”, inteso come un governo di sinistra-sinistra che fa una politica economica gradita a Bruxelles. Il governo Costa è infatti in carica da fine 2015, e se si guarda ai risultati del triennio 2016-2018, e alle previsioni per gli anni successivi, si capisce perché venga considerato un modello virtuoso.

Claudio Borghi merita un “Nì”.

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