I
dati del Dipartimento del Lavoro statunitense, aggiornati ad aprile 2019, registrano un tasso di disoccupazione negli Usa pari al 3,6 per cento. Questo valore è il più basso mai registrato dal 1969, quando aveva toccato il 3,5 per cento.
Prima di scendere al livello dei singoli Stati: prendere letteralmente la frase di Salvini ha poco senso, perché le economie contemporanee hanno comunque un tasso di disoccupazione che si può considerare fisiologico e non eliminabile. Gli studiosi lo chiamano
tasso naturale di disoccupazione. Con questa espressione si intende un livello di disoccupazione considerato fisiologico per un normale stato dell’economia.
Il concetto fa il paio con quello del pieno impiego, che negli ultimi anni viene associato di tanto in tanto con gli Stati Uniti: ne parlò ad esempio l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi ad aprile 2016 (e noi
gli assegnammo un “C’eri quasi”).
Non è però banale fissare la soglia del pieno impiego, né quella del tasso naturale di disoccupazione. Le stime di quale sia la mancanza di impiego ineliminabile variano a seconda dei tempi e dei luoghi. Secondo quanto
scrive il sito istituzionale della Federal Reserve (la banca centrale degli Stati Uniti), oggi per gli Usa si può considerare un valore del tasso naturale di disoccupazione tra il 4 e il 5 per cento. Secondo il
Congressional Budget Office (agenzia federale Usa, simile al nostro Ufficio parlamentare del bilancio), la soglia
dovrebbe essere circa il 4,6%.
Prendiamo dunque il valore del 4,6 per cento, e vediamo quanti sono gli Stati che si trovano al di sotto di questa soglia.
Non sono 13 come sostiene il ministro dell’Interno, ma addirittura 44 su 51 (includendo il District of Columbia).
Come si vede nella tabella sottostante, che sintetizza i
dati del Dipartimento del Lavoro Usa, solo Mississipi, West Virginia, Alaska, New Mexico, Arizona, District of Columbia e Washington hanno oggi valori superiori a questa soglia.