In un’intervista al quotidiano francese Le Monde, Beppe Grillo denuncia il peggioramento dell’andamento dell’economia italiana a a partire dall’adozione dell’euro. L’Italia ha adottato l’euro come valuta contabile nel 1999 e la moneta ha cominciato a circolare nel 2002.



Punti di partenza



E’ da qualche anno che su queste pagine verifichiamo dichiarazioni di politici riguardanti il calo della produzione industriale italiana. Effettivamente i dati Eurostat mostrano che nel 2014 l’indice della produzione industriale era oltre venti punti più basso del valore 1999. Come si può vedere nel grafico in basso, però, il tracollo è avvenuto non con l’adozione dell’euro bensì con lo scatenarsi della crisi finanziaria nel 2007/2008 e proseguito con la crisi dell’Eurozona.



graphLa disoccupazione è aumentata dall’11,1% del primo trimestre 1999 al 12,4% di sedici anni dopo. Successivamente all’adozione dell’euro la disoccupazione è generalmente andata calando, ed anche in questo caso l’inversione di rotta si è riscontrata solo 8/9 anni dopo.



E la Germania?



A prezzi costanti il Pil pro capite tedesco è passato da 27.900 euro nel 1999 a 33.100 euro nel 2014. Durante lo stesso periodo il Pil pro capite italiano è passato da 26.400 euro a 25.300 euro.






graphIl verdetto



Nel 2014 la produzione industriale era più bassa del 1999 e la disoccupazione più alta. E’ però fuorviante dire che il peggioramento di questi due indicatori sia avvenuto “dall’ingresso dell’Italia nell’euro” dal momento che per entrambi i fattori l’inversione di rotta è coincisa con lo scatenarsi della crisi. E’ vero invece che nello stesso periodo la Germania è diventata “più ricca” almeno in termini di Pil pro capite. “Nì” per il leader M5S.