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Conte esagera il numero di chi «non ha di che sopravvivere» in Italia

| 07 luglio 2022
La dichiarazione
«Abbiamo sfondato quota 10 milioni di indigenti, cioè persone che non hanno di che sopravvivere»
Fonte: Facebook | 6 luglio 2022
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Verdetto sintetico
Il presidente del Movimento 5 stelle esagera.
In breve
  • Secondo Istat, nel 2021 le persone in povertà assoluta in Italia erano circa 5,6 milioni, quelle in povertà relativa quasi 8,8 milioni. TWEET
Nella serata del 6 luglio il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte è intervenuto durante l’assemblea dei parlamentari del partito, dove ha commentato il suo incontro con il presidente del Consiglio Mario Draghi, avvenuto nel corso della giornata. Dopo settimane di tensioni, il momento il Movimento 5 stelle ha deciso di non uscire dal governo e ha pubblicato una lettera per Draghi che contiene i temi su cui si chiede all’esecutivo una maggiore attenzione.

La maggior parte di questi temi ha a che fare con il tema della povertà: per esempio, il Movimento 5 stelle ha chiesto che si fermino gli attacchi degli altri partiti contro il reddito di cittadinanza e che venga presa in considerazione la possibilità di introdurre un salario minimo, stabilito per legge.

Durante il suo discorso, Conte ha giustificato queste richieste dichiarando (min. 3:58) che in Italia il numero degli «indigenti», ossia delle «persone che non hanno di che sopravvivere», ha superato la quota di «10 milioni». Abbiamo verificato e questa cifra è esagerata.

Quanti sono gli indigenti in Italia

Le statistiche più aggiornate sul fenomeno della povertà in Italia sono state pubblicate dall’Istat il 15 giugno e fanno riferimento al 2021. Lo scorso anno, in Italia vivevano in povertà assoluta circa 5,6 milioni di persone, cifra pari al 9,4 per cento della popolazione, in linea con i dati del 2020. Stiamo parlando di cittadini che non raggiungono la spesa minima mensile per beni e servizi considerati necessari per mantenere uno standard di vita accettabile. La soglia della povertà assoluta non è fissa, ma varia a seconda della grandezza del nucleo familiare, dell’età dei suoi membri, dell’area del Paese e della grandezza della città in cui si vive. Per esempio, una famiglia con un solo componente, che vive nel centro di una città metropolitana al Nord, è considerata in povertà assoluta se ha una spesa mensile inferiore agli 853 euro. 

Numeri alla mano, parlando di oltre 10 milioni di persone che «non hanno di che sopravvivere», Conte dunque sembra quasi raddoppiare il numero dei poveri assoluti in Italia. 

La cifra indicata dal presidente del Movimento 5 stelle è esagerata anche se si guardano i dati sulla povertà relativa, un concetto che, come suggerisce il nome, a differenza di quello della povertà assoluta, quantifica la povertà considerando i consumi delle persone in relazione a quelli degli altri cittadini. In questo caso, per fare un esempio, una famiglia di due componenti è considerata povera in senso relativo se la sua spesa mensile è pari alla spesa media per persona nel Paese. 

Secondo Istat, nel 2021 le persone che vivevano in povertà relativa in Italia erano poco meno di 8,8 milioni di persone, il 14,8 per cento di quelle residenti nel Paese, percentuale in crescita rispetto al 13,5 per cento del 2020.

Il verdetto

Secondo Giuseppe Conte, in Italia «abbiamo sfondato quota 10 milioni di indigenti», ossia «persone che non hanno di che sopravvivere». Questa cifra è esagerata, come mostrano le rilevazioni Istat più recenti. Nel 2020 nel nostro Paese vivevano circa 5,6 milioni di persone in povertà assoluta, un parametro basato sui consumi considerati essenziali per avere standard di vita accettabili, e quasi 8,8 milioni di persone in povertà relativa.

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