Partiamo dai dati certi. Il database Revenue Statistics (codice: 4100) dell’Ocse, probabilmente la fonte più autorevole di statistiche comparate sulla tassazione a livello internazionale, piazzava l’Italia grosso modo a metà classifica per la tassazione sulle proprietà immobiliari, dopo vari Paesi europei come il Regno Unito e la Francia.
Questi dati si fermano però al 2011, e dunque non includono il peso dell’Imu. Di quanto la nuova e beneamata imposta cambierà le cose? Questa è in parte la domanda affrontata dal centro di ricerca Eures su commissione dell’Unione Piccoli Proprietari Immobiliari, in attesa di statistiche ufficiali per il 2012.
A conti fatti, la graduatoria dell’Eures vede l’Italia scalare la classifica e arrivare al secondo posto, dopo la Francia. Certo, il committente è di parte e non tutte le fonti sono citate in modo completo, ma non abbiamo ragione di dubitare della professionalità dell’Eures.
Questa volta, dunque, Berlusconi ha fatto i compiti a casa e si aggiudica un bel “Vero”.
Tale medaglia d’argento per l’Italia implica che sarebbe auspicabile ridurre la tassazione sulla casa? Com’è noto, per Berlusconi sarebbe un “sì” scontato. Ma come spiegato in questo post, studi dell’Ocse e della Commissione Europea dimostrano che la tassazione delle proprietà immobiliari sarebbe il tipo di imposizione fiscale che reca minor danni alle prospettive di crescita di un Paese. Ma questa è un’altra storia…
(Si ringrazia Paolo Lucchino di quattrogatti.info per questa analisi)