“#tbcnograzie”. E’ con questo hashtag che Beppe Grillo ha lanciato dal suo blog un grido di allarme rispetto alle malattie di cui sarebbero portatori le migliaia di immigrati in arrivo dall’Africa sui cosiddetti barconi della speranza. Astenendoci dal prendere posizioni nel merito di una dichiarazione che ha fatto molto discutere, vediamo come reggono alla prova dei fatti le asserzioni del leader M5S.
Iniziamo col dire che è esagerato affermare che la tubercolosi in Italia sia stata ‘debellata da secoli’, anche se la sua prevalenza e il tasso di mortalità sono in calo da decenni. Secondo il Ministero della Salute i casi notificati nel 1955 erano 12.247; quasi sessant’anni dopo, nel 2011, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ne registrava 3.421. Più significativo il calo della mortalità, con 10.921 decessi causati dalla tubercolosi nel 1955 rispetto ai 260 nel 2012. Sicuramente la malattia non dilaga nel nostro Paese: come si legge nel documento sopracitato del Ministero della Salute, “la tubercolosi (TBC) è una patologia relativamente rara in Italia (l’incidenza nell’ultimo decennio si è mantenuta costantemente sotto i 10 casi/100.000 abitanti, soglia considerata per definire un paese come a bassa prevalenza)”. Ai fini del fact-checking, dunque, questo non significa che la malattia sia stata “debellata”.
Per quanto riguarda la prevenzione e la cura della malattia, a dispetto di quanto dice Grillo, scopriamo dal Centre for Disease Control and Prevention (CDC) che un vaccino utilizzabile anche dagli adulti esiste, il Bacille Calmette-Guérin (BCG). E’ lo stesso CDC a sottolineare l’efficacia “variabile” del vaccino per far fronte alla tbc polmonare negli adulti. E’ indubbiamente corretto invece affermare che la tubercolosi si trasmetta per via aerea. Secondo la scheda informativa dell’Oms sulla malattia, una persona affetta da tbc ai polmoni può diffondere i germi sputando, tossendo o starnutendo. Nella stessa scheda si può leggere che la malattia può essere curata con un trattamento standard che dura sei mesi (non anni come dice Grillo), qualora sia reattiva alle medicine. Siccome queste medicine sono presenti da anni, la malattia ha sviluppato alcune variazioni, tra cui una forma cosiddetta “multi-drug resistant” (MDR) più difficile da curare.
E’ troppo presto per capire se gli immigrati sbarcati in questi mesi possano far aumentare la diffusione della tbc in Italia, arrivando da Paesi con una più alta prevalenza della tbc (si vedi mappe a pag. 14). Ma dal più ricco repertorio di studi compiuti durante le precedenti fasi di sbarchi (2011) non sembra esserci stato un effetto in questa direzione. In questo studio di Bisoffi e Panebianco sull’Italian Journal of Public Health, con dati relativi al 2008, si legge che “la relativamente alta incidenza in alcuni gruppi di popolazione immigrata non ha per nulla influenzato il trend discendente nella popolazione autoctona”.
Riguardo l’Ebola, in risposta alla diffusione della malattia sono stati chiusi i confini di numerosi Paesi dell’Africa occidentale, tra cui la Liberia, il Camerun e la Costa d’Avorio. E’ il caso di sottolineare che l’Oms si è espresso contro la restrizione della libertà di viaggiare e della chiusura dei confini, anche perché la malattia non sembra potersi diffondere solamente per via aerea come la tbc. E’ solo parzialmente vero che l’Ebola ha 21 giorni di incubazione. L’incubazione può anche essere brevissima, appena 2 giorni, la media è di 8-10. Vista la severità della malattia, è un periodo troppo breve perché un malato di Ebola possa compiere il lungo viaggio ed arrivare in vita, come ha fatto notare un medico di Medici Senza Frontiere operativo in Guinea.
Grillo chiude affermando che l’Italia lascia le frontiere “spalancate senza fare alcun accertamento medico”: per verificare queste parole ci affidiamo alla smentita fornita da Medici Senza Frontiere (MSF) in un recente comunicato. Il Ministero della Salute ha effettuato regolari screening sanitari anche nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum, cui vanno ad aggiungersi quelli di MSF e della Polizia di Stato.
Tirando le conclusioni, ci risulta eccessivamente fuorviante la dichiarazione di Grillo, il quale lascerebbe quasi intendere che ci sia un’imminente epidemia di tubercolosi dovuta ad un comportamento di totale laissez-faire nella gestione sanitaria dei migranti sbarcati in Italia. Non solo. Per combattere l’Ebola, addirittura “consiglierebbe” di chiudere i confini. Secondo Pagella Politica è insufficiente riportare correttamente alcuni aspetti della tbc per andare oltre il “Pinocchio andante”.