Non inizia benissimo la neo-presidente della Camera Laura Boldrini, che debutta su Pagella Politica con una dichiarazione su temi economico/sociali  non propriamente precisa.


E’ tristemente corretto: con un ricorso medio alla cassa integrazione (ovvero considerando il 50% del tempo lavorabile globale, quattro settimane) sono coinvolti, nel periodo gennaio‐febbraio 2013, oltre 950mila lavoratori in Cigo (“Cassa integrazione guadagni ordinaria“), in Cigs (“Cassa integrazione guadagni straordinaria“) e in Cigd (“Cassa integrazione guadagni in deroga“).


Il dato cambia se consideriamo i posti di lavoro con lavoratori a zero ore. Questi si calcolano non conteggiando il numero di lavoratori effettivamente coinvolti, ma il numero di lavoratori che si ottiene dividendo il totale di ore di cassa integrazione erogate per le ore di una giornata lavorativa (si tratta di una rappresentazione meramente statistica, che è diversa dal calcolo per teste, ma è questa che si usa solitamente nelle discussioni politiche ed economiche sul tema). Si determina cosi, nel periodo gennaio‐febbraio 2013  un’assenza completa di attività produttiva per oltre 480mila lavoratori, di cui oltre 230mila in Cigs, ma solo 69.000 in Cigd (come spiega la stessa Cigl).

Anche se può essere un segnale allarmante per tutti i cassaintegrati, sarebbe più logico dire che a “vivere nell’ansia” siano i cassaintegrati attuali che devono vedersi rinnovare la deroga a maggio: presumibilmente, quindi, un sottoinsieme dei 69mila attuali – meno dei 500mila (difficile avere un numero preciso perché gli accordi sulla durata e quindi scadenza della deroga vengono presi a livello territoriale e non sono disponibili dati numerici in propositi) citati dalla Boldrini. Il problema c’è ed è gravissimo, ma la neo-presidente sembra generalizzare in modo poco appropriato.


E’ vero, poi, che centinaia di imprese (l’Anci parla di migliaia di appalti bloccati per i soli pagamenti bloccati dal patto di stabilità interno) hanno grossi problemi di liquidità a causa dei mancati pagamenti della pubblica amministrazione, in particolare, in riferimento al settore edile.


Che dire: come inizio, lascia un po’ a desiderare. Due affermazioni in una, di cui una molto imprecisa e un’altra vera. Noi diciamo “Ni”.