Ogni sei anni l’Unione Europea, in accordo con gli Stati membri, destina una quota di fondi che hanno lo scopo di affrontare e risolvere varie tematiche e problemi del vecchio continente: dall’inclusione sociale alla creazione dei posti di lavoro, passando per l’integrazione delle politiche comunitarie.
Proprio in questi mesi, Bruxelles è nella fase di contrattazione con in vari Paesi per decidere quale quota riservare ad ogni Stato. In Italia questo processo culminerà nel Quadro Strategico Nazionale (QSN), documento “che ha il compito di indirizzare le risorse che la politica di coesione destinerà al nostro Paese, sia nelle aree del Mezzogiorno sia in quelle del Centro-Nord”. L’ultimo stipulato è il Quadro Strategico Nazionale 2007-2013, che sta vivendo i suoi “ultimi mesi di vita”. I soldi di cui parla Renzi sono composti dai fondi strutturali Ue, e una parte di cofinanziamento nazionale. A pagina 236 si può osservare il Quadro Finanziario, con 28,7 miliardi derivanti dai fondi strutturali dell’ Unione Europea e 31,6 miliardi di cofinanziamento nazionale, per un totale di 60 miliardi di euro circa.
Come detto prima, il QSN 2014-2020 è in fase di contrattazione, di conseguenza non abbiamo ancora dati certi sul numero esatto di euro che saranno destinati all’Italia. Il 7 aprile 2013 il Ministero per lo Sviluppo Economico ha pubblicato una bozza preliminare di alcune sezioni di tale accordo, frutto del confronto tecnico-istituzionale svoltosi negli ultimi tre mesi. A pagina 37 del documento si scopre che “Nella programmazione degli interventi si dovrà inoltre muovere dall’eredità del ciclo di programmazione in corso e dalle lezioni apprese – sia negative sia positive – nell’esperienza della sua attuazione […] anche attraverso la riduzione del cofinanziamento nazionale, per la debolezza del quadro istruttorio e la lentezza dei processi autorizzativi, attuativi e di costruzione del consenso“. Pare che la quota di cofinanziamento nazionale, per quanto non ancora ufficiale, subirà una leggera diminuzione, proprio per colpa della cattiva gestione di cui parla Renzi. A conferma di ciò abbiamo i Metodi e Obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014-2020, documento stipulato dal ministro per la Coesione Territoriale, d’intesa con i ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali e delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Anche qui abbiamo la conferma della situazione non troppo positiva: viene, infatti, lamentato “l’esito deludente di molti dei Grandi Progetti e/o progetti di rilevanti dimensioni promossi dai Programmi regionali e dal Programma nazionale Reti e mobilità, rinviati in misura significativa alla prossima programmazione, anche attraverso la riduzione del cofinanziamento nazionale, per la debolezza del quadro istruttorio e la lentezza dei processi autorizzativi, attuativi e di costruzione del consenso” (pag. 66).
Per quanto riguarda la parte dei fondi strutturali Ue, dati certi sono già disponibili: per la politica di coesione Ue 2014-2020, abbiamo un leggero aumento dei fondi disponibili, da 28,7 miliardi a 29,6 miliardi.
Riassumendo, avremo un lieve aumento da un lato e una tenue diminuzione dall’altro, una cifra che comunque si dovrebbe attestare verso i 60 miliardi di euro. Nel rapporto di fine mandato “Le Politiche di Coesione territoriale”, l’ormai ex ministro Barca conferma “la programmazione dei fondi 2014-2020 (circa 60 miliardi di euro, includendo il potenziale cofinanziamento nazionale)” (pag. 73).
Matteo Renzi passa l’esame sull’Unione Europea, “Vero” da Pagella Politica.
P.S.: per maggiori informazioni su come vengono spesi i soldi del fondo strutturali Ue, vi consigliamo il sito OpenCoesione creato da OpenPolis durante l’amministrazione Barca.