Il ministro Saccomani, nella sua intervista d’esordio a 8 e mezzo, cita con precisione la proposta di una parte della Commissione Europea a proposito della deducibilità – nel computo del rapporto deficit/Pil ai fini del Patto di Stabilità Ue – della quota di cofinanziamento dei fondi strutturali dell’Unione Europea.



Assieme al cofinanziamento fornito dagli Stati membri, i fondi strutturali dell’Ue rappresentano una quota molto consistente degli investimenti pubblici in Europa e corrispondono a oltre la metà degli investimenti pubblici in diversi Stati membri, come è riportato sullo stesso sito della Commissione Europea.



Peccato che ci sia un particolare “dimenticato” dal ministro (che, oltretutto, ribadisce più o meno le stesse idee in una più recente intervista riportata da Reuters): Saccomanni – parlando al presente come se fosse cosa certa – omette di dire che si tratta di una proposta della Commissione, e non di una decisione di essa.



Come confermato alcuni giorni fa dallo stesso commissario Ue per le Politiche Regionali Johannes Hahn, infatti, la decisione è ancora al vaglio della Commissione. Recentemente, anche un articolo del Financial Times ha espresso ancora dubbi sulla fattibilità e sulla quantificazione di quella che, al momento, è ancora un’idea.



Dibattito ancora aperto, quindi, ma portare come argomentazione di una propria tesi una proposta non ancora vagliata dalla Commissione è un’imprecisione che non possiamo ignorare:“Ni” per Saccomanni.