Un Bersani infervorato si presenta alla Camera dei Deputati all’indomani dell’annuncio della (ri)discesa in campo di Berlusconi (analizzato ieri da Pagella Politica) e denuncia il Cavaliere e il Pdl di colpe dirette per la situazione economica del Paese.
La prima parte della dichiarazione è indubbiamente vera. Il 25 ottobre, in un ultimo tentativo di convincere l’Europa ed i mercati della credibilità e stabilità economica del Belpaese, Berlusconi mandò questa lettera ai Presidenti van Rompuy e Barroso in cui si annunciava che “Il Governo italiano ha risanato i conti pubblici e conseguirà l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013“. Questa lettera voleva essere in parte anche una risposta ad un’altra “famosa” lettera, inviata da Draghi e Trichet nell’agosto del 2011 in cui si chiedeva al governo di intraprendere delle riforme pesanti per “rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il suo impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali.”. Draghi e Trichet, nella controversa lettera parlavano di come il pareggio di bilancio al 2014 fosse un passo necessario ma non sufficiente. Qualsiasi fosse stato il movente, è sicuro che Berlusconi firmò, e l’Unione europea recepì la lettera. Infatti al Consiglio europeo e al Vertice Euro del 23-26 ottobre 2011, l’articolo 6 della dichiarazione cita proprio questo impegno preso dal governo Berlusconi. I Capi di Stato dichiararono: “Elogiamo l’impegno dell’Italia per raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2013”. La lettera, almeno nella versione disponibile sul sito di Repubblica è però firmata solo da “Silvio” (intestata a “Herman e José Manuel”), quindi Bersani è un po’ impreciso ma il ministro dell’Economia in quel periodo non è altro che Giulio Tremonti, quindi almeno figurativamente anche lui si può considerare un firmatario della lettera.
Per quanto riguarda la seconda parte della dichiarazione – siamo “il Paese più in recessione dopo la Grecia” – Bersani intenderà il 2011 (quando il Pdl che sta denunciando era al governo) o il 2012 (come si presuporrebbe dall’uso del presente? Nel dubbio, abbiamo controllato entrambi gli anni nel database Eurostat. In entrambi i casi l’Italia è al 3o posto nella triste graduatoria dei peggiori tassi di crescita del Pil in Europa. Siamo sì dopo la Grecia, ma nel 2011 l’Italia era terza a pari merito con la Spagna (+0,4%) ma dopo il Portogallo (-1,7%). Quest’anno abbiamo “scavalcato” la Spagna con una decrescita stimata di -2,3%, peggio di noi solo Portogallo (-3%) e Grecia (-6%). In questo caso Bersani esagera un po’: la sua dichiarazione viene quindi declassata (per rimanere nell’ambito dei termini economico-finanziari) da “Vero” a “Ceri quasi” .