Il capogruppo al Senato del M5S, Vito Crimi, riferisce sull’esito dell’incontro con Napolitano, ma si lascia andare ad una dichiarazione un po’ impegnativa.
E’ vero che il M5S e gli astenuti insieme hanno la maggioranza assoluta degli italiani? Dati del Viminale alla mano, vediamo che alla Camera, se sommiamo la percentuale raccolta dai 5 Stelle (25,55%) alla percentuale degli astenuti (24,81%) otteniamo il 50,36%: maggioranza assoluta per un soffio. Al Senato, invece, la seguente operazione: M5S (23,79%) + astenuti (24,89%) = 48,68% ci dimostra che, sommando gli addendi, la maggioranza assoluta non si raggiunge. Questo è probabilmente il ragionamento fatto da Crimi, ma si tratta di un calcolo matematico non corretto, perché le due percentuali sommate (voti ottenuti + astenuti) sono calcolate diversamente: la percentuale dei voti si ottiene dividendo il numero dei voti raccolti dal singolo partito per il totale dei voti validi (circa 34 milioni alla Camera, 31 al Senato); la percentuale degli astenuti si ottiene dividendo il numero degli aventi diritto che non sono andati a votare per il totale degli aventi diritto (circa 42 e 47 milioni di italiani per Senato e Camera rispettivamente). Quindi le due percentuali non si possono sommare, sarebbe come sommare mele e pere.
Per poter trarre delle conclusioni valide dobbiamo prima identificare la percentuale dei voti raccolti sul totale degli aventi diritto, e solo allora possiamo sommare quel valore al numero degli astenuti. Partiamo dal numero assoluto di elettori del M5S e degli astenuti e includiamo anche gli elettori delle coalizioni del centrosinistra e del centrodestra (nelle tonalità scure segnaliamo i voti alla Camera, con quelle chiare i voti al Senato).
Come si può vedere dalla tabella qui sopra, gli astenuti sono più degli elettori di ciascuna delle principali coalizioni in campo. Sommati agli elettori del Movimento 5 Stelle (e ignorando la validità politica del ragionamento che gli astenuti sono equiparabili al M5S per sdegno verso l’attuale classe politica), sarebbero effettivamente la forza politica più grande del Paese, con 20,3 milioni di “preferenze”. Alla Camera questa fittizia “forza politica” sarebbe, effettivamente, il doppio delle coalizione di centrosinistra e centrodestra, e grossomodo equiparabile alla loro somma. Diversa la storia al Senato dove i cinquestelle e gli astenuti sarebbero 1,3 milioni in meno. Come si può vedere subito, però non si tratta di una “maggioranza assoluta”, bensì di una relativa.
I numeri citati sopra, sono stati calcolati usando solo i voti nella circoscrizione nazionale, che alla Camera non include, oltre al voto degli italiani all’estero, anche il voto valdostano, mentre al Senato il computo esclude i voti della Valle d’Aosta, del Trentino Alto Adige e la circoscrizione estero. Abbiamo preferito tenere distinte le due situazioni perché il numero degli astenuti, tra i votanti nella circoscrizione estero, può essere influenzato da considerazioni diverse. Sommando tutti questi risultati (potete vedere i calcoli fatti nella nostra tabella dei risultati elettorali tratta dai dati del Ministero dell’Interno), si ottiene un risultato grosso modo uguale, con una dilatazione del numero degli astenuti (che all’estero sono circa due terzi del totale), ma la somma dei voti M5S, con il numero di astenuti, non porta alla maggioranza assoluta. Si farma, infatti, al 44,0% al Senato e al 45,2% alla Camera.
Insomma, non è vero che il M5S e gli astenuti insieme hanno la maggioranza assoluta degli italiani, mentre è vero che se sommati rappresenterebbero la più grande “forza politica” italiana. Una “panzana” e un “vero” per Crimi, che quindi si aggiudica un “Nì” complessivo.