Matteo Renzi, ospite del salotto di Bruno Vespa, attira l’attenzione sull’azione intrapresa a livello comunitario per contrastare la disoccupazione giovanile.
Di cosa si tratta? Il Programma di Garanzia Giovani è previsto nella raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea di aprile 2013, con cui si invitano gli Stati membri a “garantire ai giovani con meno di 25 anni un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio o altra misura di formazione entro 4 mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema di istruzione formale”.
Tutti i dettagli delle azioni, dei target a cui tali azioni si rivolgono e delle fonti di finanziamento, si ritrovano nel piano di attuazione italiano della Garanzia per i Giovani. Le azioni previste (riassunte a pagina 9 del piano) riguardano servizi di informazione, accoglienza e profiling e orientamento propedeutici all’offerta di percorsi di inserimento nel mondo del lavoro o di re-inserimento nei percorsi di istruzione e formazione (pag. 19). Rispetto ai target (pag. 6), l’Italia si riserva la possibilità di allargare la platea dei destinatari e di rinviare ad un secondo tempo la decisione di aprire il programma anche ai giovani di età compresa tra 25 e 29 anni.
Andiamo al nocciolo della dichiarazione: le risorse. Nel piano di attuazione (pag. 6) si legge che l’Italia avrà a disposizione 567 milioni di euro provenienti dall’iniziativa comunitaria per favorire il lavoro giovanile (Youth Employment Initiative), a cui si aggiungono 567 milioni a carico del Fondo Sociale Europeo e al cofinanziamento nazionale che “per il momento” è stimato intorno a 379 milioni di euro (circa 40%). La dotazione finanziaria totale sarebbe allora pari a circa 1 miliardo e 513 milioni di euro. La sintesi del piano evidenzia che a questa stima si potranno aggiungere ulteriori risorse regionali.
Quello di Renzi è un arrotondamento della stima che, seppur consolidata, potrà aumentare nella fase di attuazione della Garanzia Giovani. Per questo motivo assegniamo comunque un “Vero” al segretario del Pd.