Come ogni politico che si rispetti, Berlusconi calca il tema della pressione fiscale per differenziarsi dai governi che lo hanno seguito. Ma come abbiamo visto in altri casi, in tema di tasse l’esagerazione regna sovrana. Vediamo come.



Il livello di tassazione, già altissimo…



I dati Ocse danno in una certa misura ragione al Cavaliere. Il nostro Paese infatti ha un livello di pressione fiscale decisamente maggiore della media dei Paesi appartenenti al gruppo.




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Cresciuto ancora?



Il grafico riporta i dati Istat sul trend della pressione fiscale (% Pil). Complessivamente si nota negli anni un trend di aumento della pressione fiscale, con un picco nel 2012 (43,5%). Dal 2012 però la situazione è rimasta abbastanza stabile. Nel 2013 c’è un lievissimo calo (di 0,1 punto percentuale), mentre nel 2014 (primo anno di governo Renzi) il dato è rimasto uguale allo stesso periodo dell’anno precedente. Sempre secondo Istat, nel secondo trimestre 2015 la pressione fiscale era pari a 43,2%, -0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2014.



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I governi Berlusconi



Berlusconi ha davvero contenuto (inteso come mantenuto uguale o diminuito) la pressione fiscale? Va premesso che attribuire la responsabilità di un dato livello di pressione fiscale a questo o a quel governo è piuttosto complesso perchè in alcuni casi le decisioni prese in materia da un Presidente del Consiglio hanno effetto posticipato durante i governi successivi, come spiegato in questo articolo del Il Post.Guardando comunque agli anni di governo, consideriamo che Berlusconi è stato a capo dell’esecutivo per tre periodi: da maggio 1994 a gennaio 1995 (Berlusconi I), giugno 2001 a maggio 2006 (tra Berlusconi II e III non c’è stata soluzione di continuità), maggio 2008 a dicembre 2011 (Berlusconi IV).



Se consideriamo il grafico sopra, vediamo che mentre nel II governo la pressione fiscale è scesa (-1 punto percentuale), durante il III governo Berlusconi è tornata ad aumentare (+1,1 punti percentuali tra il 2005 e il 2006). Se si considera l’intero periodo Berlusconi II-III, si nota una sostanziale stabilità (+0,1 nel 2006 rispetto al 2001). Tra il 2008 e il 2011 c’è un leggero aumento +0,3 punti percentuali (IV governo Berlusconi). Anche durante il primo governo Berlusconi la pressione fiscale ha visto un leggero aumento da 40,6% a 40,9% del Pil (grafico sottostante).



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Verdetto



L’Italia è sicuramente uno dei Paesi Oecd con livello di tassazione maggiore, anche se va notato che non occupa il primo posto della classifica. Complessivamente si nota un aumento della pressione fiscale nel corso degli anni, con una stabilizzazione nel 2013 e nel 2014, a differenza di quanto dice Berlusconi. Il maggior incremento annuo in termini di punti percentuali si è verificato nel 2012 (governo Monti, +1,9 punti), seguito dal 2007 (governo Prodi, +1,3) e dal 2006 (quando termina il III governo Berlusconi, +1,1 punti percentuali). Guardano ai tre periodi di governo di Berlusconi notiamo un leggero aumento della pressione fiscale, con variazioni da 0,1 a 0,3 punti percentuali. Berlusconi ha quindi ragione rispetto al posizionamento internazionale dell’Italia in materia di pressione fiscale, ma sbaglia a suggerire una forte rottura tra il suo operato e quello dell’attuale governo.