indietro

Da quando è in bolletta, il canone Rai costa meno

| 17 febbraio 2023
La dichiarazione
«Il canone in bolletta fu una mia scelta. Costava 113 euro. Averlo fatto pagare a tutti ha portato a un abbassamento del costo da 113 a 90 euro»
Fonte: Enews | 14 febbraio 2023
ANSA
ANSA
Verdetto sintetico
Il leader di Italia viva ha ragione.
In breve
  • Nel 2015, quando era presidente del Consiglio, Renzi inserì il canone Rai nella bolletta dell’energia elettrica, riducendo il numero di chi non pagava l’imposta. TWEET
  • Nel 2016 l’aumento dei paganti ha permesso allo stesso esecutivo di abbassare l’importo del canone a 90 euro l’anno, una cifra che a oggi è rimasta invariata. TWEET
Il 14 febbraio, nella sua newsletter Enews, il leader di Italia viva Matteo Renzi ha criticato l’annuncio fatto dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, che ha detto di voler togliere il pagamento del canone della Rai dalla bolletta dell’elettricità.

«Il canone in bolletta fu una mia scelta», ha scritto Renzi, rivendicando il fatto che questo provvedimento ha portato un abbassamento del costo del canone «da 113 a 90 euro». «Se si paga tutti, si paga meno», ha aggiunto l’ex presidente del Consiglio.

Ma davvero il canone Rai è diminuito grazie all’inserimento nella bolletta dell’energia elettrica voluto da Renzi quando era al governo? In breve la risposta è sì.

L’imposta sulle televisioni

Il cosiddetto “canone Rai” è un’imposta più antica di quanto si possa pensare dal momento che risale a prima della nascita della stessa televisione pubblica, avvenuta nel 1954. L’imposta fu istituita infatti nel 1938 dal re Vittorio Emanuele III con un regio decreto e obbligava chiunque avesse uno o più «apparecchi atti alla ricezione delle radioaudizioni» al pagamento di un canone di abbonamento. 

Nel tempo il canone è diventato un’imposta sul possesso dell’apparecchio televisivo, come ha precisato nel 2012 il Ministero dello Sviluppo economico. Tra le altre cose la legittimità del canone è stata sancita da una sentenza della Corte costituzionale nel 2022.

Il canone si applica ai nuclei familiari, e non ai singoli individui, e negli anni ha subito diverse variazioni di importo, fino ad arrivare a 113,5 euro nel 2013. Il pagamento del canone doveva essere effettuato con un apposito bollettino intestato all’Agenzia delle entrate. Il fatto che il pagamento del canone fosse di natura spontanea generò nel corso degli anni una forte evasione dell’imposta. Secondo una relazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) del 2022, nel 2015 su circa 24 milioni di nuclei familiari soggetti al pagamento del canone Rai i nuclei evasori erano oltre 7,5 milioni, quasi un terzo del totale.

L’intervento del governo Renzi

Per ridurre l’evasione dell’imposta, a ottobre 2015 l’allora presidente del Consiglio Renzi annunciò un abbassamento del canone da 113,5 a 100 euro, ipotizzando anche l’inserimento della tassa nella bolletta dell’energia elettrica. «In legge di Stabilità riduciamo il canone e contemporaneamente diciamo che lo devono pagare tutti attraverso un meccanismo. Chi è onesto e paga, paga meno», aveva dichiarato Renzi.

A dicembre dello stesso anno la legge di Stabilità per il 2016 ha introdotto (art. 1, dal comma 152 al 160) l’abbassamento dell’imposta a 100 euro e istituito l’addebito in «dieci rate mensili», da gennaio a ottobre, inserito nelle «fatture» emesse per la fornitura di energia elettrica, ossia le bollette. L’anno successivo, con la legge di Bilancio per il 2017 (art. 1, comma 40), il governo Renzi ha ridotto nuovamente il canone, che è sceso a 90 euro, ossia l’importo attuale.

In seguito alla rateizzazione del canone Rai e al suo inserimento nella bolletta dell’energia elettrica, gli evasori dell’imposta sono calati drasticamente, passando in un anno dai 7,5 milioni di nuclei familiari del 2015 a 1,6 milioni nel 2016. Dal 2016 al 2020, ultimo anno in cui sono disponibili i dati, il numero degli utenti potenziali (e quindi dei nuclei familiari soggetti a canone) è costantemente aumentato, così come il  numero di evasori dell’imposta. Ma al netto di questo aumento, secondo la relazione del Mef a non pagare il canone nel 2020 sono stati 1,9 milioni di utenti, un numero al di sotto dei 7,5 milioni del 2015.

Nonostante l’imposta sia diminuita di circa 23 euro, da quando il canone Rai è inserito in bolletta lo Stato incassa di più: nel 2020 infatti il canone versato è stato pari a quasi 2 miliardi di euro, contro gli 1,7 miliardi del 2015, quando costava 113 euro invece dei 90 attuali. Il principale motivo di questo incremento è stata la diminuzione dell’evasione del canone: in cinque anni infatti si è passati da un miliardo di euro di canone evaso nel 2015 a circa 250 milioni nel 2020.

Il verdetto

Secondo Matteo Renzi l’inserimento del canone Rai nella bolletta dell’energia elettrica fu un sua scelta e, oltre a limitare l’evasione, portò a un abbassamento del costo dell’imposta «da 113 a 90 euro l’anno». Abbiamo verificato e il leader di Italia viva ha ragione.

Il pagamento del canone Rai è passato da un versamento spontaneo all’addebito rateizzato nella bolletta dell’energia elettrica in seguito a un provvedimento del 2015 del governo Renzi. L’anno successivo lo stesso esecutivo ha ridotto l’importo del canone a 90 euro. Secondo le stime del Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’addebito in bolletta ha ridotto considerevolmente il numero di nuclei familiari evasori del canone, che sono passati da 7,5 a 1,6 milioni tra il 2015 e il 2016. Nel 2020, ultimo anno in cui sono disponibili i dati, gli utenti che non hanno pagato il canone sono stati 1,9 milioni, un numero in aumento ma comunque di gran lunga inferiore al dato del 2015.

SOSTIENI PAGELLA

Leggi ogni giorno la newsletter con le notizie più importanti sulla politica italiana. Ricevi le nostre guide eBook sui temi del momento.
ATTIVA LA PROVA GRATUITA
In questo articolo
Newsletter

I Soldi dell’Europa

Il lunedì, ogni due settimane
Il lunedì, le cose da sapere sugli oltre 190 miliardi di euro che l’Unione europea darà all’Italia entro il 2026.

Ultimi fact-checking

  • «Finalmente un primato per Giorgia Meloni, se pur triste: in due anni la presidente del Consiglio ha chiesto ben 73 voti di fiducia, quasi 3 al mese, più di qualsiasi altro governo, più di ogni esecutivo tecnico»

    7 dicembre 2024
    Fonte: Instagram
  • «Le agenzie di rating per la prima volta, due agenzie di rating, per la prima volta hanno rivisto in positivo le stime sull’Italia. Dal 1989 questa cosa è accaduta tre volte in Italia»

    30 ottobre 2024
    Fonte: Porta a Porta – Rai 1
  • «Da quando c’è questo governo, abbiamo votato in 11 tra regioni e province autonome, forse 12 tra regioni e province autonome. È finita 11 a uno»

    30 ottobre 2024
    Fonte: Cinque minuti – Rai 1