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La legalizzazione della cannabis porta davvero 7 miliardi di euro allo Stato?

| 08 settembre 2022
La dichiarazione
«La legalizzazione della cannabis porterebbe 7 miliardi nelle casse dello Stato»
Fonte: Corriere della Sera | 5 settembre 2022
EPA/Alberto Valdes
EPA/Alberto Valdes
Verdetto sintetico
La stima citata dalla leader di Più Europa è piuttosto approssimativa.
In breve
  • La cifra proviene, molto probabilmente, da una ricerca del 2017, aggiornata poi nel 2021. Secondo lo studio, i risparmi per la sicurezza e le entrate per la vendita legale della cannabis potrebbero portare introiti intorno ai 7 miliardi di euro. TWEET
  • Questa stima resta comunque piuttosto approssimativa, come ha spiegato il suo autore a Pagella Politica, e va dunque presa con un dovuto margine di incertezza. TWEET
Il 5 settembre, in un’intervista con il Corriere della Sera, la leader di Più Europa Emma Bonino si è schierata a favore della legalizzazione della cannabis, una proposta da tempo portata avanti dal suo partito, affermando (min. 28:40) che questo intervento porterebbe «7 miliardi» di euro nelle «casse dello Stato».

Da dove viene questa stima? E quanto è realistica? Abbiamo verificato. 

Da dove arriva la stima

Bonino non ha indicato la fonte della stima dei «7 miliardi», ma è probabile che questa cifra provenga da una ricerca del 2017, realizzata da Ferdinando Ofria, docente di Politica economica all’Università di Messina, e Piero David, ricercatore al Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). All’epoca, i due autori avevano stimato le entrate complessive che lo Stato potrebbe ottenere dalla legalizzazione della cannabis, ricavabili dai risparmi dati dalla riduzione della spesa annua per i detenuti e per le operazioni di ordine pubblico e sicurezza, e dalle entrate legate alla vendita legale di cannabis. Secondo la ricerca, i risparmi potrebbero aggirarsi intorno ai 770 milioni di euro, mentre le entrate sarebbero di 6,6 miliardi. In totale, quindi, lo Stato potrebbe ricavare intorno ai 7,4 miliardi di euro all’anno. 

Lo studio è poi stato aggiornato nel 2021 da David e i calcoli sono stati rivisti. 

La fonte dei numeri

La ricerca del 2021 stima in circa 600 milioni di euro il risparmio che lo Stato potrebbe ottenere tramite la riduzione delle spese relative alle forze dell’ordine, alla magistratura e al sistema carcerario se venisse cancellato il reato di produzione e vendita di sostanze stupefacenti. La metodologia utilizzata per arrivare a questa cifra non è indicata, ma, in ogni caso, la maggior parte dei profitti arriverebbero dal gettito fiscale generato dalla legalizzazione della cannabis. 

«I fattori principali in questo caso sono due: la domanda di mercato, quindi quanta cannabis viene consumata in Italia e a che prezzo, e la tassazione applicata», ha spiegato a Pagella Politica David, autore della ricerca.

Per calcolare la domanda, lo studio considera tre potenziali fonti: l’indagine campionaria della popolazione Italiana sull’uso di alcol e droghe (Ipsad), condotta dal Consiglio nazionale delle ricerche; i risultati del progetto Aqua Drugs, che stima la diffusione delle droghe tramite l’analisi delle acque reflue; e i dati sui sequestri di sostanze comunicati dalle forze dell’ordine. Secondo David, quest’ultimo metodo è quello più efficace per stimare la reale entità del consumo di cannabis in Italia. «Il questionario Ipsad potrebbe essere compilato in modo non veritiero, anche perché in alcuni casi è necessaria l’autorizzazione dei genitori», ha detto il ricercatore, mentre gli ultimi dati forniti da Aqua Drugs risalgono ormai al 2014, perché in seguito il progetto non è stato più finanziato. I dati sui sequestri invece sono aggiornati ogni anno dal Ministero dell’Interno. 

Nel periodo 2014-2018 sono stati sequestrati in media 44 mila chili di cannabis, 60 mila chili di hashish e oltre 304 mila piante. Lo studio fa ipotizza che la quantità circolata effettivamente sia dieci volte superiore rispetto a quella sequestrata, come segnalato da un report della Direzione nazionale antimafia (Dna) del 2015. Considerando un prezzo medio di 9,50 al grammo per l’hashish, 8,50 euro per la marijuana e 7 euro per le piante, la ricerca stima un fatturato complessivo di 11,6 miliardi di euro. 

A questo vengono poi applicate diverse aliquote di tassazione che lo Stato potrebbe adottare per la vendita di queste sostanze, una volta legalizzate. Guardando alla più alta, pari al 75 per cento – simile a quella per le sigarette – i ricercatori hanno calcolato che il gettito fiscale generato dalla legalizzazione potrebbe arrivare a 8,7 miliardi di euro, una cifra in questo caso superiore ai «7 miliardi» citati da Bonino. Facendo invece una media tra le tre fonti utilizzate – l’indagine Ipsad, il progetto Aqua Drugs e i sequestri – con un’aliquota al 75 per cento le entrate sarebbero di 5,75 miliardi di euro.

Altre fonti permettono di arrivare a stime ancora diverse. Per esempio, la Relazione annuale sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, redatta ogni anno dal Dipartimento per le politiche antidroga (Dpa) della presidenze del Consiglio, ha stimato per il 2018 un consumo di cannabis per il valore complessivo di 6,3 miliardi di euro, lontano dagli 11,6 miliardi calcolato dallo studio di David.

Stime approssimative

Secondo David, puntare soltanto alla massimizzazione del gettito fiscale rischia di lasciar fuori altri fattori e conseguenze importanti. Per esempio, un’aliquota più alta porterebbe maggiori entrate allo Stato, ma una più bassa contribuirebbe maggiormente a «spiazzare il mercato nero» e favorire gli investimenti. «Il ragionamento andrebbe fatto in maniera più complessa», ha detto il ricercatore. 

In generale, le stime sono comunque da considerarsi spannometriche. «Le stime sono approssimative, senza dubbio», ha confermato David, anche perché in Italia «manca un’indagine seria sul consumo». La stima dei «7 miliardi» riportata da Bonino, così come molte altre sul tema, sono quindi basate su ipotesi da prendere con la dovuta cautela.

La relazione della Dpa, infatti, conferma che in Italia «non esistono indagini statistiche dirette utili ai fini della stima del valore degli aggregati economici associati al consumo di sostanze stupefacenti», e in generale «stimare la dimensione economica di un fenomeno non osservato è un’attività complessa», soprattutto perché i soggetti legati ad attività illegali, sia come produttori che come consumatori, hanno tutti gli interessi a «occultare il proprio coinvolgimento». «In Italia non esistono indagini statistiche dirette utili ai fini della stima del valore degli aggregati economici associati al consumo di sostanze stupefacenti», conclude il rapporto governativo. 

Secondo David, un metodo più efficace consiste nel guardare ai risultati ottenuti dagli Stati che hanno già legalizzato l’uso ricreativo della cannabis. Nel suo studio, il ricercatore cita come esempio il Colorado, negli Stati Uniti. Qui, nel 2021, le entrate fiscali relative al commercio legale di cannabis sono state di più di 423 milioni di dollari. Considerando che il Colorado ha circa 6 milioni di abitanti, e l’Italia circa 60 milioni, moltiplicando per dieci il risultato si arriva a un gettito di 4,2 miliardi. La cifra non è troppo lontana dai 3,7 miliardi che l’Italia, secondo i calcoli di David, potrebbe ottenere applicando una tassazione del 32 per cento, vicina a quella adottata dal Colorado.

Il verdetto

Secondo Emma Bonino, con la legalizzazione della cannabis lo Stato potrebbe ricavare «7 miliardi di euro». La cifra arriva con tutta probabilità da uno studio del 2017, poi aggiornato nel 2021, ma si tratta di un calcolo spannometrico (come confermato a Pagella Politica da uno dei suoi autori) che considera una possibile aliquota sulle vendite di cannabis del 75 per cento e stima il consumo attuale approssimando, tra le altre cose, i dati sui sequestri comunicati dal Ministero dell’Interno. Altre stime, condotte da fonti governative o accademiche, hanno raggiunto risultati diversi. 

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