I cambi di gruppo
Quelli che Berlusconi definisce “cambi di casacca” sono i cambi di gruppo, e cioè la decisione di un parlamentare di uscire da un gruppo parlamentare per entrare in un altro. Uno degli esempi più eclatanti degli ultimi mesi è stata la fuoriuscita dal gruppo del Pd alla Camera di 37 deputati e al Senato di 14 senatori per formare il nuovo gruppo Mdp.
Si tratta di un argomento ricorrente: ce ne eravamo già occupati nell’ottobre 2015, quando a parlare dell’argomento era stato Luigi Di Maio del M5s. Per controllare la veridicità delle dichiarazioni ci si può riferire al sito OpenParlamento, curato dall’associazione OpenPolis – lo strumento più affidabile per registrare il lavoro e il comportamento dei parlamentari durante l’attuale legislatura, che è la XVII della storia repubblicana.
Il numero dei parlamentari che ha cambiato gruppo non è lo stesso del numero di cambi di gruppo, perché alcuni deputati e senatori hanno mutato più volte la propria posizione politica in Parlamento. È il caso per esempio del senatore Luigi Compagna, che dall’inizio della legislatura ha cambiato gruppo nove volte e oggi è in Gal.
I numeri nella XVII legislatura
L’attuale legislatura, che è cominciata nel 2013 e terminerà nel 2018, ha visto più che raddoppiare i cambi di casacca rispetto alla precedente, quando, pur in un periodo travagliato – soprattutto dal 2010 e fino alla caduta del quarto governo Berlusconi – erano stati circa 4 al mese. Ora si attestano invece intorno ai 10. Ma entriamo nel dettaglio.
Gli ultimi cambi di gruppo sono quelli della settimana tra fine ottobre e inizio novembre, quando tre senatori si sono iscritti a un gruppo diverso da quello precedente: il presidente del Senato Pietro Grasso, che è passato dal Pd al gruppo misto; il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, dalla Lega al Misto; Giovanni Piccoli, che dopo essere stato per tre settimane nel Misto è tornato a Forza Italia, con la quale era stato eletto.
Con questi tre sono diventati in totale 533 i cambi di gruppo in Parlamento: 299 alla Camera e 234 al Senato. Il numero di parlamentari è invece leggermente inferiore, perché, come già spiegato, la stessa persona in alcuni casi ha cambiato più volte. Nello specifico a Montecitorio sono stati 204 i deputati a cambiare idea almeno una volta nell’arco della legislatura, cioè il 32,38% del totale composto da 630 deputati, mentre a Palazzo Madama si arriva a 138 senatori, ossia il 43,13% dei 320 componenti dell’assemblea (sono inclusi i senatori a vita). Il totale di 342 parlamentari che hanno cambiato casacca corrisponde a più di un terzo (il 36%) del totale. Nella scorsa legislatura erano stati 120 deputati e 60 senatori, cioè il 18,95% di tutto il Parlamento.
Il verdetto
Silvio Berlusconi ha ragione a dire che “in questa legislatura ci sono stati 500 cambi di casacca”, anzi il dato che riporta è inferiore al totale di 533 cambi di gruppo in Parlamento, diverso naturalmente dal numero di parlamentari coinvolti (342). Per il leader di Forza Italia il verdetto è quindi “Vero”.