Istituito con il decreto legge n. 78/2010 (ma ancora da precisare relativamente al suo funzionamento), il redditometro sarà uno strumento di accertamento sintetico del reddito, che consentirà al fisco una determinazione indiretta del reddito complessivo del contribuente, basata sulla sua capacità di spesa.
Attraverso il redditometro, l’Agenzia delle Entrate verificherà il possesso o la disponibilità di determinati beni – considerati indicatori di capacità contributiva – e associa agli stessi un certo reddito, utilizzando dei coefficienti appositi. Così facendo, individuerà un cosiddetto “reddito congruo”, in relazione al mantenimento di ogni bene. I singoli redditi, associati ai singoli beni, verranno quindi cumulati, in modo da costituire un reddito sintetico complessivo in capo al contribuente.
Qualora il reddito individuato risulti maggiore rispetto a quello dichiarato nella dichiarazione dei redditi, e lo scostamento sia superiore al 20%, l’amministrazione finanziaria sarà legittimata a emettere un avviso di accertamento. Il ragionamento sotteso al procedimento è che, se il contribuente ha potuto permettersi certe spese, avrà dovuto pur finanziarle in un certo modo, presumibilmente in nero. Spetterà a questo punto al contribuente fornire qualunque giustificazione che escluda la percezione di redditi non dichiarati al fisco (inversione dell’onere della prova).
Le categorie di beni e servizi su cui si basa il redditometro, pur non ancora definite ufficialmente, saranno le stesse del redditest, un software già scaricabile dal sito dell’Agenzia delle Entrate che consente al cittadino di verificare, in maniera privata, quanto la sua capacità di spesa si discosti dal suo reddito. Parliamo quindi di abitazioni, mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi previdenziali, istruzione, attività sportive e tempo libero, investimenti immobiliari e mobiliari, altre spese significative. I beni e servizi ricompresi nelle categorie di cui sopra sono un centinaio, e tra di essi rientrano effettivamente quelli elencati da Beppe Grillo. L’attivista genovese si merita quindi un bel “Vero” e… Occhio allo scontrino!