Marcello De Vito consiglia in diretta nazionale di leggere la relazione dell’agenzia di rating Fitch: detto, fatto! Come possiamo noi resistere alla tentazione di andare a curiosare un po’ in giro? Tanto più che il sito di Fitch Ratings mette i suoi dossier facilmente a disposizione del pubblico (è sufficiente registrarsi online). Sebbene il rapporto in questione non sia ancora interamente online, il resoconto stampa ufficiale è sufficientemente dettagliato da permetterci di “spulciare” tutti i dati snocciolati dal candidato sindaco del M5S (testo originale in inglese – le frasi riportate qui sotto sono state direttamente tradotte dalla pagina linkata).


Prima di passare all’attacco dei numeri è tuttavia bene premettere due cose. La prima è che Fitch Rating ha in generale abbassato il “voto” alla maggior parte degli enti locali italiani, in seguito all’abbassamento di quello statale. La nota negativa su Roma va quindi iscritta in questo contesto nazionale. La seconda è che i consuntivi definitivi per il 2012 non sono ad oggi ancora completamente disponibili (i dati vanno letti con un sano margine di dubbio) ed è bene tenere presente che Fitch si limita a fare delle previsioni – serie ed accurate certamente – ma che, in quanto “previsioni” possono essere influenzate dalle decisioni che saranno prese dalla Giunta in divenire. Detto questo, andiamo a vedere!


Per quanto riguarda il disavanzo, secondo Fitch “la città di Roma potrebbe soffrire di notevoli pressioni budgetarie e di liquidità se l’amministrazione non introdurrà misure correttive per il periodo finanziario 2013-2015, dopo aver comunque riportato una soddisfacente performance di bilancio nel corso del 2012, in accordo con le prime stime”. In assenza di tali aggiustamenti, Fitch teme che “Roma possa segnare un deficit operativo di 200 milioni di euro nel 2013, e di 300 milioni nel 2015, come risultato dell’impatto combinato tra i tagli dei sussidi nazionali e la crescita della spesa pianificata per il 2013 e 2014”. Primo numero corretto, quindi, per De Vito che però dimentica un dettaglio: non si tratta di un disavanzo certo, né Fitch lo considera tale. E’ piuttosto un’ipotesi avanzata nell’eventualità che la nuova Giunta non intervenga efficacemente. Storia tutta da scrivere insomma, tanto che la stessa Fitch si aspetta “di decidere il giudizio finale nei prossimi sei mesi, valutando l’efficacia delle misure di riequilibrio che la corrente o nuova gestione implementeranno per sostenere l’equilibrio del bilancio di gestione”.


A proposito del debito, è invece vero che Fitch parla di un “debito finanziario in sospeso di 1.070 milioni di Euro a dicembre 2012” che, insieme “al prestito diretto futuro”, ha influenzato l’azione di rating. Non possiamo ancora verificare i rendiconti 2012 che verranno pubblicati solo prossimamente, ma il dato è in linea con quanto certificato a fine 2011, quando il debito di finanziamento (mutui) ammontava a 850 milioni di euro (pag. 28). De Vito cita quindi correttamente il rapporto, seppur dimenticando di specificare che stiamo parlando di debito “finanziario” (per maggior informazioni sul debito operativo e l’indebitamento netto del Comune si veda la nostra analisi sulla risposta di Alemanno a Piazza pulita).


Infine, ma solo per ragione di completezza e nella speranza di fare chiarezza sul bilancio romano, ci teniamo a sottolineare che l’agenzia di rating specifica che “lo stock del debito di Roma rimane modesto perché la massa passiva pre-aprile 2008 è stata trasferita alla Gestione Commissariale del Comune di Roma”. A questo proposito, infatti, è bene notare che secondo Fitch il reale problema della capitale non è certo il debito, bensì la gestione “operativa”. Roma ha infatti difficoltà a generare entrate di cassa strutturali (entrate proprie) e le misure messe in essere per “aggiustare i conti” sono eccessivamente basate su entrate una tantum e ottimistiche previsioni di riduzioni di spesa. A questo si aggiunge un drastico calo dei trasferimenti da parte della Regione Lazio in settori strategici e all’alto livello di spesa quali i trasporti (simili constatazioni erano già state fatte dalla Corte dei Conti a inizio 2012)


Stimolati dalla diretta tv abbiamo accolto il tuo invito, caro De Vito, e concludiamo che i numeri da te citati sono corretti seppure non sempre precisamente contestualizzati – “C’eri quasi”!