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Non è vero che il centrodestra ha sempre aumentato la pressione fiscale

| 11 ottobre 2024
La dichiarazione
«Con tutte le coalizioni di centrodestra la pressione fiscale è aumentata»
Fonte: Facebook | 10 ottobre 2024
OLIVIER HOSLET / ARCHIVIO / PAL
OLIVIER HOSLET / ARCHIVIO / PAL
Verdetto sintetico
Il leader di Azione esagera.
In breve
  • Dal 1995 a oggi i partiti di destra e centrodestra hanno sostenuto quattro governi, se si escludono quelli tecnici e di larghe intese. In alcuni anni la pressione fiscale è aumentata, in altri è scesa. TWEET
Il 10 ottobre il leader di Azione Carlo Calenda ha commentato su Facebook una dichiarazione fatta il giorno prima dal giornalista Augusto Minzolini, ospite di Tagadà su La7, a proposito della prossima legge di Bilancio. Minzolini ha detto che per la coalizione di centrodestra è una «religione» non aumentare le tasse. In risposta, Calenda ha scritto che in Italia «con tutte le coalizioni di centrodestra la pressione fiscale è aumentata». 

Abbiamo controllato i numeri ufficiali e il leader di Azione esagera.

L’andamento della pressione fiscale

La pressione fiscale è un indicatore economico che si calcola rapportando il valore delle imposte e dei contributi incassati dallo Stato con il Prodotto interno lordo (Pil). Semplificando, più è alto questo rapporto, più è alto il peso delle tasse sulla ricchezza prodotta da cittadini e imprese. Per verificare come è cambiata la pressione fiscale in Italia abbiamo consultato i dati di Istat, che sono disponibili dal 1995 al 2023, e li abbiamo raccolti nel grafico sottostante.
Se non si considerano i governi tecnici o governi di larghe intese, dal 1995 a oggi i partiti di centrodestra hanno sostenuto quattro governi: il secondo governo di Silvio Berlusconi, rimasto in carica dall’11 giugno 2001 al 23 aprile 2005; il terzo governo Berlusconi, dal 23 aprile 2005 al 17 maggio 2006; il quarto governo Berlusconi, dall’8 maggio 2008 al 16 novembre 2011; e l’attuale governo di Giorgia Meloni, in carica dal 22 ottobre 2022.

Tra il 2001 e il 2005 la pressione fiscale in Italia è calata, dal 39,8 per cento al 38,9 per cento, con un solo aumento tra il 2002 e il 2003, mentre tra il 2005 e il 2006 questo indicatore è cresciuto, dal 38,9 per cento al 39,9 per cento. Il centrodestra ha governato poi tra il 2008 e il 2011: all’inizio la pressione fiscale è cresciuta tra il 2008 e il 2009, poi è calata fino al 2011, tornando ai livelli del 2008. Il 2023 è stato il primo anno in cui ha governato per intero il governo Meloni: rispetto all’anno precedente, la pressione fiscale è leggermente scesa, dal 41,7 per cento al 41,5 per cento. 

Dunque, non è vero come ha scritto Calenda che «con tutte le coalizioni di centrodestra la pressione fiscale è aumentata». Ci sono stati anni in cui la direzione è stata in discesa. Sottolineiamo comunque che questo confronto non tiene conto del fatto che in alcuni anni ha governato più di un governo.

Nel nuovo Piano strutturale di bilancio di medio termine, il governo Meloni ha previsto che nel 2024, a causa delle maggiori entrate, la pressione fiscale salirà al 42,3 per cento del Pil, e nel 2025 arriverà al 42,8 per cento. Queste previsioni sono però “a legislazione vigente”, ossia non considerano le misure che il governo potrà finanziare nella prossima legge di Bilancio per ridurre le tasse che gravano su lavoratori e imprese, e di conseguenza la pressione fiscale. Tra le misure da rinnovare, la più corposa è il taglio del cuneo fiscale, che il governo ha promesso di voler rendere strutturale.

Il verdetto

Carlo Calenda ha scritto che «con tutte le coalizioni di centrodestra la pressione fiscale è aumentata». Questa dichiarazione del leader di Azione è esagerata.

Dal 1995 a oggi i partiti di destra e centrodestra hanno sostenuto quattro governi, se si escludono quelli tecnici e di larghe intese. In alcuni anni la pressione fiscale è aumentata, in altri è scesa.

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