Alessandro Di Battista commenta l’azione dello Stato di Israele nella WestBank e afferma che addirittura alcune vittime dell’Olocausto avrebbero comprato uno spazio sul New York Times in cui si definisce come “genocidio” l’azione del governo guidato da Benjamin Netanyahu.
Sarà vero? Davvero alcuni sopravvissuti all’orrore nazista accusano lo Stato di Israele di perpetrare un genocidio simile?
La parola ai fatti
E’ proprio vero: il 25 agosto 2014, nelle stesse ore in cui si raggiungeva un accordo per il cessate il fuoco alla “guerra di Gaza” di luglio-agosto, una sere di sopravvissuti dei campi di stermino nazisti (40 persone), assieme a un numero maggiore di figli e parenti (287) firmava una lettera aperta in cui si parlava esplicitamente di “ongoing genocide”.
Si tratta di uno spazio pubblicitario convertito in “lettera aperta” da chi lo ha comprato, quindi non è rintracciabile direttamente come articolo: la fonte più autorevole disponibile online è una foto presa dal sito del New York Observer (versione oltreoceano del noto settimanale britannico di attualità), che riportiamo in basso:
L’inserzione di cui parliamo era stata fatta in risposta a un’altra simile da parte di Elie Wiesel, pubblicata sul NY Times e altri quotidiani. Il noto scrittore e opinionista statunitense di origine ebraica (sopravvissuto all’Olocausto) comparava nazismo e azione di Hamas, il cui lancio di razzi sulla popolazione israeliana aveva causato l’escalation militare.
Il giudizio
Di Battista cita con correttezza il caso e merita un “Vero”.