Posto che riteniamo plausibile che il Presidente del Consiglio, con l’espressione “potenza industriale”, si riferisca alla produzione manifatturiera*, la sua affermazioni risulta esatta: l’Italia è il secondo Paese europeo per quota percentuale della produzione industriale mondiale, dopo la Germania, come è possibile verificare in questo articolo del Centro Studi di Confindustria del giugno 2012 (a sua volta basato su dati Eurostat).


Secondo i dati disponibili, infatti, nel 2011 la quota italiana della produzione industriale mondiale era al 3,3% (ottavo posto), mentre quella tedesca era al 6,3% (quarto). Irraggiungibili ormai Cina (21,7%), Stati Uniti (14,5%), Giappone (9,4%), Corea del Sud (4,0%), Brasile (3,5%) e India (3,3%). Dietro allo Stivale languono Francia (2,9%), Russia (2,3%) e Regno Unito (2,0%).


Numeri apparentemente confortanti, ma che non possono nascondere l’attuale trend negativo, dovuto alla crisi economica e, in prima battuta, alla globalizzazione dei processi produttivi. Un “Vero” per Monti, nonostante le prospettive dell’industria italiana non siano proprio rosee…


*Per produzione manifatturiera intendendiamo il volume fisico della produzione industriale in senso stretto, escluso, quindi, il settore delle costruzioni, ma incluso il settore estrattivo.








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