Produzione industriale quanto ci manchi! Dopo Bersani, che più volte in campagna elettorale aveva sottolineato il calo di produzione degli ultimi anni, ecco Grillo che torna alla carica, percentuali alla mano. Svelti, andiamo a verificare se davvero la situazione italiana è così in controtendenza rispetto al resto d’Europa.
Nulla si può dire circa la fonte dei dati: Grillo cita, con ogni probabilità, l’aggiornamento della situazione sulla produzione industriale, pubblicato da Eurostat in data 14 maggio, e riferito al marzo appena trascorso – e non aprile come erroneamente riportato dal leader a 5 stelle, a cui segniamo una piccola imprecisione.
Il titolo del rapporto è effettivamente “Industrial production up by 1.0% in the Euro Area” (Produzione industriale in aumento del +1,0% nell’area euro) a riprova del fatto che, quantomeno nell’Eurozona (e non quindi nell’intera Europa), la produzione industriale nell’ultimo mese sia in crescita rispetto al mese precedente di un valore simile a quello citato da Grillo. Anche considerando l’Europa a 27 la produzione è in crescita, precisamente dello 0,9% rispetto a febbraio 2013. Un po’ meno rosea la situazione se guardiamo ai singoli Stati, in quanto sono ben in 8 a registrare un trend di crescita negativo rispetto a febbario (Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Irlanda, Francia, Italia, Cipro, Slovenia).
E’ ben inoltre precisare che se questi dati mensili risultano leggermente positivi, la situazione è completamente diversa se guardiamo alla differenza con il 2012 (qui i dati completi di Eurostat: selezionare “Percentage change m/m-12 (NSA)” nel menu a tendina per i dati anno su anno). Rispetto a marzo 2012, infatti, la produzione è in diminuzione dell’1,7% nell’area euro e dell’1,1% nell’Europa a 27. Nei singoli Stati, invece, sono ben 16, in rapporto al 2012, ad avere una produzione industriale in decisa diminuzione (Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Germania, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Cipro, Lettonia, Lussemburgo, Ungheria, Austria, Portogallo e Slovenia).”Tutta l’Europa è sopra allo 0,5-1%”: è vero, quindi, solo se guardiamo all’Europa nel suo complesso, e non Stato per Statoi, ed esclusivamente con riferimento al trend di crescita tra febbraio e marzo 2013. Forse un po’ poco per una frase così tranchant?
Andiamo ora a vedere l’Italia, rispetto alla quale Grillo cita ben due percentuali, un “-5%” e un “-1%”. Preciso il leader dei 5 stelle, che però continua a dimenticare i relativi riferimenti temporali. I 5 punti in meno si riferiscono effettivamente alla differenza tra la produzione industriale di marzo 2012 e quella di marzo 2013 (5,2 punti per la precisione), mentre il “siamo sotto all’1%” si riferisce alla famosa differenza tra la produzione registrata a marzo 2013 e quella di febbraio (-0,8 sempre per onore di precisione).
Dati grosso modo precisi per Grillo che, seppure perda per strada i riferimenti temporali – che in caso di statistiche sarebbe sempre bene riportare chiaramente – guadagna un “C’eri quasi” da Pagella Politica.