Sono giorni concitati per la politica italiana e nel delicato passaggio tra i due esecutivi non mancano dichiarazioni volte a rivendicare il lavoro compiuto dall’ormai passato governo Letta. Come già l’ex Presidente del Consiglio aveva sostenuto la scorsa settimana, anche il ministro dell’Economia uscente ci tiene a rimarcare l’inversione di tendenza che la nostra economia ha registrato nei pochi mesi in cui questo governo è stato in carica.
Se Letta si era accontentato di dire che si è spostati dal segno meno a quello più, Saccomanni sceglie di essere più incisivo, affermando che si è passati da una contrazione del Pil attorno al 2% alla crescita. Il problema è che, come si vede nei dati Istat pubblicati il 14 febbraio scorso, Saccomanni sta confrontando due serie diverse.
La contrazione acuta come quella denunciata dal ministro c’era sì nel momento di insediamento del governo Letta (-2,6% e 2,3% nei primi due trimestri dell’anno) ma era tale perchè confrontato con lo stesso trimestre dell’anno prima. Rispetto all’anno precedente il Pil era ancora in contrazione anche nell’ultimo trimestre del 2013, dello -0,8%.
La “moderata” crescita di cui parla Saccomanni si riferisce invece alla variazione sul trimestre precedente (quindi da un trimestre all’altro), ed è quello lo 0,1% di cui anche sui giornali abbiamo letto.
La dichiarazione messa così risulta fuorviante; il ministro confronta due dati veri ma tratti da serie diverse: “Nì”!