In prima istanza sembrerebbe che Berlusconi abbia clamorosamente sottostimato il numero di imprese in Italia. Secondo i dati di Infocamere (la società informatica delle Camere di Commercio), le imprese italiane nel III trimestre 2012 (ultimo dato disponibile) risultavano essere 6.104.206, 50% in più rispetto ai 4 milioni citati da Berlusconi. E non è nemmeno un dato “nuovo”: infatti è dal 2005 che, sempre secondo Infocamere, il numero di imprese si attesterebbe al di sopra dei 6 milioni (vedi tab. 1 pagina 2).


E’ tuttavia vero che vi sono imprese non più attive: se queste si sottraggono dal totale (insieme alle imprese fallite o in liquidazione e quelle con procedure concorsuali in atto), si “perde” quasi 1 milione di imprese. Osservando i dati sopracitati, forniti da Infocamere, si può notare che le imprese attive risultano essere circa 5,3 milioni. Il numero rimane comunque distante dai “4 milioni” cui fa riferimento Berlusconi.


Il leader del Pdl, probabilmente, si riferisce al numero di imprese attive nell’industria e nei servizi di mercato (ad esclusione, quindi, delle imprese agricole). Queste erano, secondo i dati Istat pubblicati a ottobre 2012 (ma riferiti al 2010), circa 4,4 milioni, arrotondabili per difetto ai 4 milioni citati dall’ex premier.


Diamo il beneficio del dubbio a Berlusconi, visto che cita un dato che è un sottoinsieme della categoria a cui fa riferimento – dato, questo, usato spesso dall’Istat per le sue rilevazioni (ad es. nel clima di fiducia delle imprese). Non specificando, tuttavia, i dettagli del numero dichiarato, si guadagna al massimo un “C’eri quasi”.