Beppe Grillo non le manda certo a dire. Dalle colonne del suo blog attacca il Premier, reo di aver diffuso dati di crescita gonfiati regolarmente smentiti. Analizziamo punto per punto la dichiarazione.



A inizio 2014 per Renzie eravamo a +1,6%



Ricordiamo che all’inizio del 2014 Renzi era Segretario del Pd da circa un mese (le primarie si erano avute l’8 dicembre 2013), mentre il Presidente del Consiglio era – ancora per poco – Enrico Letta. Non troviamo conferma del fatto che Renzi in questo periodo abbia diffuso dati sulle previsioni di crescita del Pil dell’1,6% – il post di Grillo è leggermente contraddittorio su questo punto: poco sopra il riferimento è a un +1,2%. In realtà in quel periodo una previsione simile veniva fatta da Enrico Letta, che il 29 gennaio 2014 stimava una crescita del Pil italiano dell’1% per l’anno in corso.



A febbraio a +0,6%



Anche in questo caso si fa un po’ di confusione. A febbraio 2014 non è stato Renzi (che si è insediato a Palazzo Chigi il 22 del mese) a fare una previsione di crescita dello 0,6%, bensì la Commissione Europea. Il 25 febbraio da Bruxelles arrivavano infatti le previsioni economiche secondo le quali l’Italia avrebbe registrato una crescita dello 0,6% nel 2014.



La prima stima ufficiale del governo Renzi arriva ad aprile, con la presentazione del Documento di Economia e Finanza (Def) per il 2014. In quell’occasione il governo prevedeva che l’Italia sarebbe cresciuta dello 0,8% nel 2014, più ottimista quindi rispetto alle stime della Commissione ma al ribasso rispetto all’1,1% previsto nel Def dell’ottobre 2013.



A luglio all’1%



Qui ci siamo. Come battevano le agenzie di stampa, il 20 luglio 2014 Renzi dall’Angola sosteneva che il Pil sarebbe aumentato dell’1% entro la fine dell’anno, puntando sulla crescita delle esportazioni.



Com’è andata e come andrà



Grillo riporta correttamente i dati annunciati da Confindustria lo scorso dicembre (pag. 11 del rapporto). In questo senso anche la Commissione Europea (nelle ultime previsioni economiche pubblicate il 5 febbraio) conferma un -0,5% del Pil nel 2014, stimando invece una crescita dello 0,6% nel 2015 e dell’1,3% nel 2016. Più pessimista invece il Fondo Monetario Internazionale, che prevede un +0,4% nel 2015 e un +0,8% nel 2016.



Ricapitolando



Il concetto di fondo espresso da Grillo è sostanzialmente corretto: le previsioni del governo – di Letta prima e di Renzi poi – si sono rivelate ben più ottimistiche del dato finale. Grillo paga soltanto qualche imprecisione nel riportare i dati e pertanto porta a casa un “C’eri quasi”.