Il 13 luglio il ministro della Salute Roberto Speranza (Leu) ha commentato la decisione del presidente francese Emmanuel Macron – tra le altre cose – di rendere obbligatori i vaccini per il personale sanitario: chi non si sarà vaccinato entro il 15 settembre non riceverà lo stipendio e non potrà lavorare.
Secondo Speranza la Francia ha seguito l’approccio dell’Italia, che è stato «il primo Paese europeo a introdurre questo obbligo».
Abbiamo verificato e, al netto delle differenze che la normativa francese potrà avere rispetto a quella italiana, è vero che in generale l’Italia abbia fatto da apripista in Europa all’obbligo vaccinale per il personale sanitario.
Andiamo a vedere i dettagli.
L’obbligo per i sanitari di vaccinarsi in Italia
Il decreto-legge n.44 del 1° aprile 2021 stabilisce, all’articolo 4, che fino al completamento del piano vaccinale – o comunque al massimo fino al 31 dicembre 2021 – «gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, parafarmacie e negli studi professionali» sono soggetti all’obbligo di vaccinarsi contro la Covid-19.
Chi ancora non si fosse vaccinato al momento dell’emanazione del decreto-legge – ricordiamo che, in base al piano vaccinale italiano, la categoria dei medici e degli operatori sanitari è stata la prima a ricevere il vaccino, insieme ai pazienti delle Rsa – aveva la possibilità di farlo nelle settimane successive all’entrata in vigore del provvedimento.
Al 9 luglio, secondo quanto riferito dalla struttura commissariale, erano 42.553, tra medici, infermieri e personale sanitario in generale, i professionisti della sanità non ancora vaccinati (cioè senza prima dose o monodose), il 2,19 per cento del totale. Oltre l’80 per cento dei 42.553 non vaccinati si concentra in particolare in quattro regioni: Emilia-Romagna (13.864), Puglia (8.768), Sicilia (7.004) e Friuli-Venezia Giulia (5.419). In 11 regioni la percentuale di non vaccinati è pari a zero.
Per gli operatori sanitari non vaccinati, sempre in base al decreto-legge del 1° aprile, la sanzione prevista è la sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implichino contatti interpersonali o comportino, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio. Se possibile, vengono spostati ad altre mansioni con relativo stipendio. Altrimenti vengono lasciati a casa senza stipendio. La sanzione, in base alla normativa vigente, può durare al massimo fino a fine anno, quando scadrà l’obbligo vaccinale.
Gli altri in Europa
Secondo un approfondimento della Reuters del 13 luglio, i Paesi europei che hanno in vigore (o che stanno riflettendo se introdurlo) un obbligo di vaccino contro la Covid-19 per il personale sanitario sono cinque.
Dell’Italia e della Francia si è già detto. Gli altri sono la Grecia, la Polonia e la Gran Bretagna.
In Grecia il primo ministro Kyriakos Mitsotakis ha annunciato il 12 luglio l’obbligo vaccinale, da subito per il personale delle case di riposo (chi non ottempera dal 16 agosto potrà essere sospeso) e dal 1° settembre per quello del servizio sanitario, pubblico e privato.
In Inghilterra il 13 luglio la House of Commons ha approvato l’obbligatorietà dei vaccini per il personale delle case di riposo a partire da ottobre, preannunciata già a metà giugno dall’allora ministro della Salute Matt Hancock (poi dimessosi). Scozia, Irlanda del Nord e Galles hanno detto invece di non avere intenzione di procedere sulla stessa strada.
In Polonia, infine, il ministro della Salute Adam Niedzielski ha detto, il 29 giugno, che il governo sta discutendo della possibilità di rendere il vaccino contro la Covid-19 obbligatorio per alcune categorie particolarmente esposte, tra cui gli anziani, ma prima ancora i medici.
Tra i grandi Paesi europei, Germania e Spagna hanno già fatto sapere di non considerare necessario l’obbligo vaccinale per il personale sanitario. Non ci risultano inoltre altri Paesi europei in cui sia previsto tale obbligo.
Il verdetto
Il ministro della Salute Roberto Speranza il 13 luglio ha commentato la decisione della Francia di introdurre, tra le altre cose, l’obbligo vaccinale per il personale sanitario sostenendo che l’Italia è stato «il primo Paese europeo a introdurre questo obbligo».
Abbiamo verificato e l’affermazione è corretta: al momento risulta che, oltre all’Italia, l’obbligo vaccinale sia stato deciso in Francia, in Grecia e in Inghilterra, e che questa ipotesi sia in discussione in Polonia. Tutti questi Paesi si sono mossi dopo l’Italia, che ha introdotto tale obbligo già a inizio aprile.
Per Speranza dunque un “Vero”.
«Le agenzie di rating per la prima volta, due agenzie di rating, per la prima volta hanno rivisto in positivo le stime sull’Italia. Dal 1989 questa cosa è accaduta tre volte in Italia»
30 ottobre 2024
Fonte:
Porta a Porta – Rai 1