Il 23 giugno il presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto alla Camera e al Senato, per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo di Bruxelles del 24-25 giugno.
In entrambi i discorsi di replica verso i deputati e i senatori, Draghi ha anche parlato di immigrazione, sostenendo che questo tema «non era più all’ordine del giorno del Consiglio europeo» da giugno 2018. «È bastato semplicemente il fatto che io lo chiedessi e l’hanno messa all’ordine del giorno», ha detto il presidente del Consiglio. Draghi però ha anche aggiunto di non volersi tanto prendere il «merito» del ritorno dell’immigrazione sul tavolo dei capi di Stato e di governo dell’Ue, quanto sottolineare «una sensibilità diversa» degli altri Stati, ora consapevoli della necessità di soluzioni comuni.
Abbiamo verificato e, al di là di meriti e demeriti, Draghi è impreciso. Vediamo perché.
In entrambi i discorsi di replica verso i deputati e i senatori, Draghi ha anche parlato di immigrazione, sostenendo che questo tema «non era più all’ordine del giorno del Consiglio europeo» da giugno 2018. «È bastato semplicemente il fatto che io lo chiedessi e l’hanno messa all’ordine del giorno», ha detto il presidente del Consiglio. Draghi però ha anche aggiunto di non volersi tanto prendere il «merito» del ritorno dell’immigrazione sul tavolo dei capi di Stato e di governo dell’Ue, quanto sottolineare «una sensibilità diversa» degli altri Stati, ora consapevoli della necessità di soluzioni comuni.
Abbiamo verificato e, al di là di meriti e demeriti, Draghi è impreciso. Vediamo perché.