Il 18 maggio il presidente del Veneto, Luca Zaia (Lega), ha scritto su Facebook – riprendendo una dichiarazione fatta (min. 1:03) a Mattino Cinque pubblicata nel post – che la regione da lui amministrata è «la prima in Italia per vaccinazioni».

Abbiamo verificato e i dati gli danno torto. Andiamo a vedere i dettagli.

Il numero di vaccini, in assoluto e per abitante

Il Veneto, per prima cosa, non è la regione che abbia fatto più vaccini in assoluto. In base ai dati del governo, qui resi graficamente in un progetto di Gedi Visual e aggiornati al 18 maggio, la regione di Zaia arriva quarta con 2,3 milioni di dosi dietro a Lombardia (4,8 milioni), Lazio (2,7 milioni) e Campania (2,6 milioni).

Questo però significa poco – come abbiamo spiegato in passato a proposito di alcuni supposti “record” della Lombardia – perché ci sono regioni più popolose e con più anziani che quindi hanno ricevuto più vaccini. Il Veneto non a caso è la quarta regione per numero di dosi ricevute dallo Stato.

Ma il Veneto non arriva primo nemmeno si se si guarda ai vaccini fatti (prime e seconde dosi, nel complesso) in proporzione alla popolazione, anzi la sua posizione in classifica peggiora rispetto alle vaccinazioni fatte in numero assoluto. Con il 47,64 per cento si posiziona – sempre in base ai dati aggiornati al 18 maggio – in undicesima posizione. Prima arriva la Liguria, con il 51,6 per cento, e la seguono sul podio il Molise (51 per cento) e le Marche (48,8 per cento).

Le fasce di popolazione vaccinate

Se guardiamo alla popolazione over 16 anni che ha ricevuto almeno una dose di vaccino (cioè sostanzialmente tutta la platea di potenziali vaccinati) – qui un grafico elaborato da YouTrend, sempre al 18 maggio – il Veneto con il 39,7 per cento arriva quarto, dietro alle province autonome di Trento (41,6 per cento) e Bolzano (40,9 per cento) e alla Lombardia (40,2 per cento). Se guardiamo a chi ha ricevuto entrambe le dosi, il Veneto scivola in sedicesima posizione, con il 16 per cento (prima la Liguria con il 21,1 per cento).

Se guardiamo alla fascia più a rischio della popolazione, cioè agli over 70, e ai vaccinati con almeno una dose, il Veneto arriva – qui sì – primo con l’89,7 per cento, davanti a Umbria (87,9 per cento) e Puglia (87,5 per cento). Il primato rimane anche se guardiamo – qui i dati sono aggiornati al 14 maggio – al sottoinsieme degli over 80, con oltre il 98 per cento (di fatto la loro totalità, contando le probabili mancate adesioni). Il Veneto arriva invece secondo, sempre in base ai dati al 14 maggio, nella fascia 70-79 con l’83,6 per cento, dietro alla Puglia che ha l’84,3 per cento.

Se guardiamo agli over 70 vaccinati con entrambe le dosi, il Veneto scivola in decima posizione con il 48,3 per cento, ma questo potrebbe dipendere dal maggior impiego rispetto alle altre regioni del vaccino AstraZeneca, la cui seconda dose viene fatta a distanza di più tempo rispetto a Pfizer e Moderna. In ogni caso, sul podio qui troviamo Lazio (56 per cento), Liguria (54,2 per cento) ed Emilia-Romagna (52,5 per cento).

Il verdetto

Il presidente del Veneto Luca Zaia (Lega) il 18 maggio ha detto che la sua regione è «la prima» per vaccinazioni in Italia.

Abbiamo controllato e Zaia esagera, anche se è vero che la sua regione sia tra le migliori. Il Veneto arriva quarto per numero di vaccini fatti, in assoluto, e undicesimo per vaccini fatti in rapporto alla popolazione.

Se poi guardiamo alla popolazione over 16 vaccinata con una dose, il Veneto di nuovo arriva quarto, sedicesimo se consideriamo due dosi. Se guardiamo agli over 70 il Veneto arriva primo con il criterio dell’almeno una dose (nel dettaglio: primo tra gli over 80 e secondo nella fascia 70-79 anni) e decimo con quello di due dosi.

Insomma, a parte nella categoria “over 70 vaccinati con almeno una dose”, la regione guidata da Zaia non risulta mai prima per vaccinazioni fatte in Italia. Per lui un “Nì”.