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Salvini è fuorviante sul record di vaccini della Lombardia

| 22 marzo 2021
La dichiarazione
«Già oggi (...) la Lombardia è la Regione che ha vaccinato più di tutti in Italia»
Fonte: Corriere della Sera | 22 marzo 2021
Ansa
Ansa
Verdetto sintetico
Il 22 marzo Matteo Salvini, per difendere l’operato della Regione Lombardia anche a fronte dell’azzeramento del Cda di Aria (la società della Regione che si occupa della gestione dei vaccini, finita al centro delle polemiche per i frequenti disservizi), ha affermato che ad oggi la Lombardia è «la regione che ha vaccinato più di tutti in Italia».

Il leader della Lega dice una cosa formalmente corretta. La Lombardia è infatti la regione più popolosa d’Italia (più di 10 milioni di abitanti, quasi il doppio rispetto alla seconda regione più popolosa, il Lazio, che ha 5,75 milioni di abitanti) e la distribuzione alle regioni dipende in misura determinante – anche se non con una corrispondenza del 100 per cento* – dalla popolazione.

La Lombardia risulta così aver somministrato, al 22 marzo, più di 1,2 milioni di dosi, ed essere l’unica sopra la soglia del milione (la seconda regione, il Lazio, è a circa 800 mila).

Per valutare l’operato di una regione ha però più senso guardare ai vaccini dati in rapporto alla popolazione e, fatto questo calcolo, emerge come la Regione Lombardia sia nelle ultime posizioni in Italia.
Le dosi somministrate in rapporto alla popolazione

Il sito del governo, con i dati sulla campagna vaccinale in Italia, non riporta il dato dei vaccini somministrati in rapporto alla popolazione, una statistica però recuperabile attraverso gli open data che sono raccolti graficamente – tra gli altri – da progetto “Report vaccini anti-Covid” di Gedi Visual.

Qui si vede che, considerando le dosi somministrate in rapporto alla popolazione (dati aggiornati al 22 marzo), la Lombardia è quartultima, con il 12,19 per cento. Dietro alla regione guidata da Attilio Fontana (Lega) ci sono solo Campania (11,63 per cento), Sardegna (10,7 per cento) e Calabria (10,61 per cento).

Alle prime posizioni troviamo la Provincia autonoma di Bolzano, l’Emilia-Romagna e il Molise (Grafico 1).
Grafico 1. Dosi di vaccini Covid-19 somministrate nelle varie regioni in rapporto alla popolazione – Fonte: Gedi Visual
Grafico 1. Dosi di vaccini Covid-19 somministrate nelle varie regioni in rapporto alla popolazione – Fonte: Gedi Visual

Persone vaccinate in rapporto alla popolazione

Un’altra statistica a cui si può guardare, e che vede la Lombardia nella metà bassa della classifica delle regioni italiane, è quella delle persone vaccinate con la seconda dose** in rapporto alla popolazione.

Qui la Lombardia guadagna alcune posizioni, mettendo dietro di sé altre sette regioni (Campania, Sicilia, Abruzzo, Puglia, Umbria, Sardegna e Calabria) ma ne ha 13 davanti (Grafico 2).
Grafico 2. Persone vaccinate (con la seconda dose) nelle varie regioni in rapporto alla popolazione. Fonte: Gedi Visual
Grafico 2. Persone vaccinate (con la seconda dose) nelle varie regioni in rapporto alla popolazione. Fonte: Gedi Visual

Ottantenni vaccinati

Le persone che sono più a rischio di morte o comunque ricovero in terapia intensiva a causa della Covid-19 sono le più anziane. Guardiamo allora la percentuale di ottantenni che sono stati vaccinati nelle varie regioni, in questo caso facendo affidamento alla resa grafica degli open data che fa il progetto Vaccini in tempo reale del Sole 24 ore.

In Italia la media di ottantenni che hanno ricevuto entrambe le dosi di vaccino necessarie** è del 13,8 per cento. In Lombardia del 10,2 per cento, il terzultimo dato della classifica. Peggio della regione guidata da Attilio Fontana fanno solo la Sardegna (5 per cento) e la Toscana (2,5 per cento).

Vaccini somministrati su quelli ricevuti

Infine possiamo guardare alla statistica, questa invece presente sul sito del governo – aggiornato alle 6 del mattino del 22 marzo –, di quante dosi di vaccino che sono state consegnate alle regioni sono state somministrate alle persone (tenendo presente che non è sempre aggiornata). Questo indicatore fa vedere, al netto delle varie situazioni locali, l’efficienza delle varie regioni nel distribuire alla popolazione i vaccini ricevuti.

La Lombardia è una delle poche regioni con una percentuale inferiore all’80 per cento: si ferma infatti al 78,3 per cento. Sotto la soglia dei quattro quinti di utilizzo ci sono anche Sardegna (69,9 per cento, unica sotto la soglia del 70 per cento), Liguria (70,6 per cento), Calabria (71,1 per cento) e Veneto (79,2 per cento).

Al vertice della classifica ci sono la Valle d’Aosta (91,2 per cento), la provincia autonoma di Bolzano (90 per cento) e la Campania (86,7 per cento).

Il verdetto

Matteo Salvini il 22 marzo ha detto che la Lombardia è «la Regione che ha vaccinato più di tutti in Italia».

La Lombardia è di stacco la regione più popolosa d’Italia e i vaccini vengono distribuiti alle regioni sostanzialmente in base alla loro popolazione*, quindi è vero (e non particolarmente indicativo) che sia quella che in valore assoluto ha fatto più vaccini (circa 1,2 milioni).

Se guardiamo ai vaccini somministrati in rapporto alla popolazione, la Lombardia è quartultima in Italia. Se guardiamo alle persone vaccinate con due dosi è comunque quattordicesima su ventuno (19 regioni e due province autonome). Se guardiamo agli ottantenni vaccinati con due dosi è terzultima. Se poi guardiamo alla percentuale di vaccini somministrati rispetto a quelli consegnati dallo Stato centrale, la Lombardia è quintultima. Prestazioni insomma ampiamente inferiori rispetto alla media del Paese e molto lontane dalle regioni che sono ai vertici delle varie classifiche.

Nel complesso Salvini si merita un “Nì”.



* Secondo quanto riportato da alcuni amministratori locali – in assenza di informazioni pubbliche esaustive in proposito – risulta che il criterio in base al quale vengono distribuiti i vaccini alle regioni sia quello di dare a ogni regione un numero di dosi pari al 90 per cento della consistenza numerica della categoria sottoposta a vaccinazione contro il Covid 19. Dunque nella prima fase sono avvantaggiate ad esempio le regioni con una popolazione più anziana. Ma possiamo anche rilevare che, da questo punto di vista, le differenze regionali non sono particolarmente significative.

**I vaccini somministrati al momento – Pfizer-BioNTech, Moderna e AstraZeneca – richiedono tutti due dosi per completare l’immunizzazione del soggetto vaccinato. Il vaccino Johnson&Johnson, per cui sarà sufficiente un’unica somministrazione, sarà distribuito – secondo quanto dichiarato dal commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo – a partire dalla seconda metà di aprile.

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