Il 18 febbraio, in una lettera a La Repubblica, la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha spiegato la scelta del suo partito di non votare la fiducia al nuovo governo tecnico di Mario Draghi. Secondo Meloni, infatti, al momento il nostro Paese sarebbe l’unico in Europa ad avere un presidente del Consiglio che non ha ottenuto un «mandato» nel corso delle elezioni politiche, né «direttamente» né «indirettamente».

Prima di verificare qual è la situazione nel resto del continente, è necessaria una premessa. Come abbiamo spiegato più volte in passato, l’Italia è una repubblica parlamentare: i cittadini eleggono direttamente deputati e senatori, che esprimono una maggioranza in Parlamento e danno la fiducia al presidente del Consiglio, nominato dal presidente della Repubblica tenendo conto dei risultati delle elezioni e delle indicazioni dei gruppi parlamentari.

Dopo la caduta del governo Conte II, il 3 febbraio Sergio Mattarella ha incaricato Draghi, un tecnico che non siede in Parlamento e non proviene da un partito candidatosi alle elezioni, di formare un esecutivo, insediatosi poi il 13 febbraio. Il nuovo governo ha il supporto in Parlamento di quasi tutti i partiti – eletti dai cittadini – fatta eccezione di Fdi, di alcuni esponenti del Movimento 5 stelle e di alcuni parlamentari di partiti minori.

Al di là del fatto che l’Italia sia una repubblica parlamentare, Meloni ha ragione quando scrive che gli altri Paesi europei non hanno, al momento, alla loro guida una figura assimilabile a quella di Draghi. Tutti gli altri Paesi hanno infatti alla guida un esponente politico, che viene da una forza che si era presentata alle elezioni (e quindi in questo senso ha un “mandato” elettorale, diretto o indiretto).

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I presidenti del Consiglio nei Paesi Ue

Limitiamo la nostra analisi agli altri 27 capi di governo, oltre a Draghi, negli Stati membri dell’Ue e nel Regno Unito.

Spagna e Portogallo

In Portogallo il primo ministro è il leader del Partito socialista António Costa, entrato in carica a ottobre 2019 dopo la vittoria alle elezioni, che però gli hanno concesso di formare solo un governo di minoranza.

In Spagna il presidente del governo è invece il segretario del Partito socialista Pedro Sánchez, che da gennaio 2020 guida il Paese in coalizione con Podemos.

Francia e Benelux

La Francia, che è una repubblica semipresidenziale: qui, differenza dell’Italia, il potere esecutivo è diviso tra il presidente della Repubblica e il governo. Il primo, eletto direttamente, nomina il secondo, sulla base dei risultati elettorali per l’Assemblea nazionale. Al momento il presidente della Repubblica francese è Emmanuel Macron, che a marzo 2017 ha vinto le elezioni presidenziali con il suo partito En Marche!, quello di maggioranza in Parlamento. A luglio 2020, dopo le dimissioni di Edouard Philippe, Macron ha nominato come primo ministro del governo francese Jean Castex, esponente di En Marche!.

Alla guida del governo federale del Belgio c’è poi il liberale Alexander De Croo – ex ministro di vari dicasteri, ex leader del partito Open Vld e da anni al centro della politica belga – che da ottobre 2020 è a capo di una coalizione formatasi dopo 16 mesi dalle elezioni.

Il primo ministro dei Paesi Bassi è invece il dimissionario Mark Rutte, del Partito popolare per la libertà e la democrazia (centrodestra). Rutte aveva vinto le elezioni nel 2017, dovendo però formare un governo di coalizione, e si è dimesso alcune settimane fa, con le prossime elezioni politiche previste per il 17 marzo 2021.

In Lussemburgo il capo di governo è Xavier Bettel del Partito democratico lussemburghese, dalle elezioni del 2018 alla testa di una coalizione centrista (era stato primo ministro anche nella precedente legislatura).

Regno Unito e Irlanda

Il primo ministro del Regno Unito è il leader del partito conservatore Boris Johnson dal 2019, quando ha prima sostituito la dimissionaria Teresa May, per poi vincere ampiamente le elezioni contro i laburisti.

In Irlanda, da giugno 2020, il primo ministro (o Taoiseach, in lingua originale) è Micheál Martin, leader dal 2011 del partito repubblicano Fianna Fáil. Martin guida una coalizione con altri due partiti e, in base agli accordi, dal 2022 sarà sostituito dal suo vice Leo Varadkar, leader di Fine Gael (con cui Fianna Fáil governa per la prima volta in circa un secolo) ed ex capo del governo.

I Paesi del Nord

Vediamo adesso i governi degli Stati del Nord Europa – Finlandia, Danimarca e Svezia – guidati tutti e tre da esponenti socialdemocratici.

In Danimarca la prima ministra è la leader dei Socialdemocratici Mette Frederiksen, il cui partito ha vinto le elezioni a giugno 2019.

In Finlandia, invece, a capo del governo c’è la socialdemocratica Sanna Marin, nominata prima ministra a dicembre 2019 a soli 34 anni.

In Svezia il leader dei Socialdemocratici Stefan Löfven è il primo ministro di un governo minoranza da gennaio 2019, ma ricopriva quel ruolo già dal 2014.

I Paesi baltici

Restando al Nord, analizziamo qual è la situazione negli Stati che si affacciano sul Mar Baltico. A fine gennaio 2021 è stata nominata prima ministra dell’Estonia la leader del Partito riformatore Kaja Kallas, al vertice di una coalizione con il Partito di centro. Proprio le dimissioni del centrista Juri Ratas, primo ministro dal 2016, hanno portato all’avvicendamento a capo dell’esecutivo.

Da novembre 2020 in Lituania la prima ministra è Ingrida Šimonytė, che rappresenta il partito conservatore Hu-Lcd – che ha preso più voti di tutti alle elezioni di ottobre 2020 – in una coalizione con altri due partiti. A maggio 2019 Šimonytė era stata sconfitta alle elezioni per il presidente della Repubblica da Gitanas Nauseda, europeista di centrodestra ed ex presidente della Banca centrale lituana.

Da gennaio 2019 (dopo alcuni di mesi di stallo dopo le elezioni) in Lettonia il primo ministro è il liberal-conservatore Arturs Krišjānis Kariņš, ex ministro, europarlamentare e deputato lettone.

Germania e Austria

Anche in Germania e Austria a capo del governo ci sono due figure non assimilabili a Draghi. Angela Merkel, leader dell’Unione Cristiano-Democratica di Germania, è la cancelliera tedesca da novembre 2005, per la maggior parte dei suoi mandati grazie alla coalizione con i socialisti.

In Austria il cancelliere è invece Sebastian Kurz, che alla guida del Partito popolare ha vinto le elezioni a settembre 2019 ma è stato nominato capo del governo a gennaio 2020, dopo i negoziati positivi per formare una coalizione con i Verdi.

I Paesi del Centro e dell’Est Europa

Veniamo adesso al blocco degli Stati Ue centro-orientali. Il primo ministro della Repubblica Ceca è dal 2019 il populista di destra Andrej Babiš, mentre in Slovacchia questa carica è ricoperta da Igor Matovic, anche lui populista di destra vincitore alle elezioni di febbraio 2020.

In Polonia, che è una repubblica semipresidenziale, il presidente della Repubblica e il primo ministro sono entrambi esponenti del partito di destra Diritto e Giustizia: Andrzej Duda (dal 2015) e Mateusz Morawiecki (dal 2017).

In Ungheria il primo ministro è dal 2010 il conservatore Viktor Orbán, leader di Fidesz, in Bulgaria dal 2017 è il conservator-liberale Boyko Borissov. Di elezione più recente è invece quella di Florin Citu in Romania, che da dicembre 2020 guida una coalizione di centrodestra.

Arrivando ai Balcani, Janez Janša del Partito democratico sloveno (che ha un orientamento di destra) guida il governo in Slovenia da marzo 2020, mentre in Croazia il primo ministro è dal 2016 Andrej Plenković, dell’Unione democratica croata.

Grecia, Malta e Cipro

Infine, guardiamo qual è la situazione nelle due isole di Malta e Cipro e in Grecia. Il primo ministro maltese è Robert Abela, da gennaio 2020. Abela fa parte del Partito laburista e ha sostituito alla guida del Paese il dimissionario Joseph Muscat.

Nella Repubblica di Cipro il presidente è anche capo del governo. Questa carica è al momento ricoperta da Nikos Anastasiadīs, il leader cristiano-conservatore vincitore nelle elezioni del 2013 e rieletto nel 2018.

In Grecia il primo ministro è Kyriakos Mitsotakis, leader del partito conservatore Nuova democrazia e capo del governo dalla vittoria delle elezioni di luglio 2019.

Il verdetto

Secondo Giorgia Meloni, oltre all’Italia di Mario Draghi, «nessun altro Stato europeo è guidato da un presidente del Consiglio che non abbia ottenuto, direttamente o indirettamente, un mandato nel corso delle elezioni politiche».

Abbiamo verificato e la presidente di Fratelli d’Italia fa un’affermazione corretta, al netto del fatto che il nostro Paese non è una repubblica presidenziale, e che quindi il presidente del Consiglio non viene comunque mai eletto dai cittadini.

Al momento tutti i Paesi dell’Ue, più il Regno Unito e fatta eccezione dell’Italia, hanno come primo ministro o capo del governo una politica o un politico proveniente da un partito passato dalle elezioni.

Meloni si merita dunque un “Vero”.