Il 24 novembre, la deputata del Movimento 5 stelle Roberta Alaimo ha criticato lo sciopero dei dipendenti statali indetto da Cgil, Cisl e Uil per il 9 dicembre per la «mancanza delle risorse necessarie» alla categoria nella legge di Bilancio per il 2021. La parlamentare sostiene però che siano già stati stanziati 3,8 miliardi di euro per il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione.

Abbiamo verificato e la cifra riferita da Alaimo è corretta. Vediamo quindi quali sono le risorse all’interno della manovra per la pubblica amministrazione e quali sono le motivazioni dello sciopero.

Lo sciopero e le motivazioni

Il 17 novembre Cgil, Cisl e Uil hanno indetto per il 9 dicembre uno sciopero dei dipendenti della pubblica amministrazione. Nel comunicato le motivazioni dello sciopero sono molto ampie. Le tre sigle sindacali, in riferimento alla legge di Bilancio per il 2021,hanno puntato il dito contro «mancanza delle necessarie risorse per lavorare in sicurezza, per avviare una vasta programmazione occupazionale e di stabilizzazione del precariato e per il finanziamento dei rinnovi del contratto collettivo nazionale di sanità pubblica, funzioni locali e funzioni centrali». Nei giorni successivi, tuttavia, il dibattito fra sindacati e politica si è concentrato su un aspetto specifico: l’aumento degli stipendi degli statali.

In una nota del 19 novembre infatti i segretari delle tre sigle hanno specificato che «quello che stanno chiedendo le lavoratrici e i lavoratori della sanità, della scuola, degli enti locali e dello Stato, nonché delle forze dell’ordine, è di vedersi riconosciuti aumenti salariali in linea con la condizione economica delle famiglie».

Vediamo dunque quali sono le risorse stanziate in manovra per questo punto, l’aumento degli stipendi.

La legge di Bilancio per il 2021

Nel disegno di legge di Bilancio per il 2021, attualmente all’esame della Camera, l’articolo 124 è dedicato all’«incremento delle risorse per la contrattazione collettiva del pubblico impiego». Il testo prevede 400 milioni di euro a partire dal 2021 da destinare «alla contrattazione collettiva nazionale e ai miglioramenti economici del personale statale in regime di diritto pubblico».

Come spiega un dossier del Parlamento, i 400 milioni integrano fondi già previsti dalla manovra per il 2019 (legge n. 145 del 30 dicembre 2018) e da quella per il 2020 (legge n. 160 del 27 dicembre 2019). I due provvedimenti stanziavano, rispettivamente, quasi 1,8 miliardi di euro e 1,6 miliardi a partire dal 2021 per la contrattazione collettiva nazionale. In totale, quindi, lo stanziamento per il rinnovo dei contratti ammonta a circa 3,8 miliardi di euro, la cifra a cui fa riferimento Alaimo.

Secondo i dati della relazione tecnica, lo stanziamento permetterà in totale un aumento delle retribuzioni medie complessive di circa il 4 per cento. Su una retribuzione media di 34.250 euro, l’incremento sarà pari a 107 euro lordi mensili.

Come abbiamo visto, se è vero che il totale dei fondi ammonta a 3,8 miliardi, considerando gli stanziamenti del 2018 e del 2019, è anche vero, come ha detto il 19 novembre la segretaria della Cisl Annamaria Furlan in un’intervista al Corriere della Sera, che «il governo ha stanziato solo 400 milioni con la manovra 2021».

Il verdetto

La deputata del Movimento 5 stelle Roberta Alaimo ha criticato lo sciopero dei dipendenti statali indetto da Cigl, Cisl e Uil per il 9 dicembre per la «mancanza delle risorse necessarie» alla categoria nella legge di Bilancio per il prossimo anno. La parlamentare sostiene che siano già stati stanziati 3,8 miliardi per il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione.

Abbiamo verificato e la cifra citata da Alaimo è corretta. Sommando le cifre stanziate dalle ultime tre leggi di Bilancio per il rinnovo dei contratti pubblici si ottengono 3,8 miliardi. Di questi, però, solo 400 milioni sono stati aggiunti nell’ultima manovra, come hanno fatto osservare i sindacati.

In conclusione, Alaimo si merita comunque un “Vero”.