Il 22 ottobre, nella quotidiana conferenza stampa sui dati dell’epidemia, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia (Lega) ha ripetuto due volte (min. 32:01) che l’influenza «è un coronavirus» e che «sparisce durante l’estate».

Da un lato è vero che l’influenza è una malattia che ha un andamento stagionale (sul fatto che lo sia anche la Covid-19 ci sono ancora molti dubbi); dall’altro lato affermare che l’influenza sia un «coronavirus» è gravemente sbagliato da un punto di vista scientifico. Vediamo meglio i dettagli.

Perché l’influenza non è un coronavirus

Come spiega l’Istituto superiore di sanità (Iss), l’influenza è «una malattia respiratoria acuta causata da virus influenzali».

Ad oggi sono stati individuati quattro tipi di virus influenzali, tutti appartenenti alla famiglia degli Orthomixoviridae: ci sono i virus influenzali di tipo A (che circolano negli esseri umani e in altre specie) e sono suddivisi in vari sottotipi; quelli di tipo B (presenti solo negli esseri umani); quelli di tipo C (che in genere causano un’infezione senza sintomi o un comune raffreddore); e quelli di tipo D (che non è chiaro se possano infettare gli esseri umani, mentre sono stati isolati nei suini e nei bovini).

Al contrario i coronavirus fanno parte di una sottofamiglia di virus – gli Orthocoronavirinae – che «possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie» più gravi. Il loro nome deriva dal fatto che questi virus, sulla loro superficie, hanno delle punte che viste al microscopio elettronico appaiono a forma di corona.

Ad oggi, i coronavirus noti che possono infettare gli esseri umani sono sette: quattro di questi sono molto comuni, e causano sintomi simili al comune raffreddore. Gli altri tre invece sono responsabili di tre gravi malattie respiratorie: il Mers-CoV, che causa la malattia Mers; il Sars-CoV, che causa la Sars; e il Sars-CoV-2, che causa la Covid-19 e che negli ultimi mesi abbiamo imparato a conoscere come il “nuovo coronavirus”.

Ricapitolando: Zaia commette almeno due errori. In primo luogo – ma nel parlato questa confusione è frequente – confonde una malattia, l’influenza, con il virus che la causa. Ma soprattutto, i virus che causano l’influenza fanno parte di una famiglia molto diversa rispetto a quella dei coronavirus.

Entrambi sono virus a Rna a singolo filamento, ma mentre quelli influenzali sono a polarità negativa, i coronavirus sono a polarità positiva (senza entrare troppo in dettagli tecnici, la “polarità” indica l’orientamento del singolo filamento di Rna). Stiamo parlando di due sistemi genetici completamente diversi (un cane e un pomodoro, da un certo punto di vista, sarebbero più simili tra loro rispetto a un confronto tra un virus influenzale e un coronavirus).

Ricordiamo poi che è pericoloso e fuorviante fare paragoni generici tra influenza e nuovo coronavirus (o meglio, la malattia Covid-19): è vero che i sintomi iniziali della Covid-19 e dell’influenza stagionale sono simili, ma le evidenze scientifiche raccolte fino ad oggi ci dicono che la prima è molto più letale della seconda.

La questione della stagionalità

Infine, vediamo brevemente la parte della dichiarazione di Zaia in cui dice che l’influenza «sparisce durante l’estate», sostenendo che una caratteristica simile possa valere anche per il nuovo coronavirus.

Come spiega l’Iss, l’influenza «è una malattia stagionale che, nell’emisfero occidentale, si presenta durante il periodo invernale». I virus influenzali hanno poi una marcata tendenza a variare, costringendo i ricercatori ogni anno a dover preparare vaccini antinfluenzali nuovi, validi per proteggere dalle mutazioni dei virus. Negli ultimi anni in Italia il picco della stagione influenzale si è registrato tra gennaio e febbraio, ma in alcune occasioni è arrivato anche prima.

Non è però ancora del tutto chiaro perché l’influenza sia una malattia stagionale. Come ha riassunto un approfondimento pubblicato dall’università di Harvard, esistono diverse ipotesi. Una delle più accreditate è che durante i mesi invernali, le persone trascorrono più tempo in luoghi chiusi e poco ventilati, l’habitat con le condizioni ideali per la trasmissione di un virus come quello influenzale.

Possiamo fare un discorso simile anche per il Sars-CoV-2 (e la Covid-19), paragone sollevato dallo stesso Zaia? È presto per dirlo. Come ha sottolineato un’analisi pubblicata su Nature a fine agosto scorso, è possibile che anche il nuovo coronavirus causi una malattia con caratteristiche stagionali, ma al momento – soprattutto da un punto di vista comunicativo e di decisioni politiche – è necessario procedere con estrema cautela nel prendere posizioni in merito. In attesa di studi e ricerche più affidabili e puntuali sul tema (alcune recenti evidenze sembrano mettere in dubbio che le sole condizioni climatiche possano rallentare la trasmissione del virus).

Il verdetto

Secondo Luca Zaia, l’influenza «è un coronavirus» e «sparisce durante l’estate», sostenendo che una caratteristica simile valga anche per la Covid-19. Abbiamo verificato e il presidente della Regione Veneto commette alcuni errori.

In primo luogo, Zaia paragona una malattia – l’influenza – con un virus. In secondo luogo, non è vero che i virus influenzali appartengono alla stessa famiglia dei coronavirus: sono due cose, anche dal punto di vista genetico, molto diverse tra loro.

Per quanto riguarda la stagionalità dell’influenza, è vero che si manifesta con tutta la sua forza soprattutto nei mesi invernali – anche se non è ancora del tutto chiaro il perché – mentre per quanto riguarda il nuovo coronavirus ci sono evidenze in questa direzione, ma da prendere con estrema cautela.

In conclusione, Zaia si merita un “Pinocchio andante”.