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Il segretario della Lega Matteo Salvini il 23 giugno ha scritto su Twitter che in «Germania, Austria, Svezia, Gran Bretagna e tanti altri Paesi europei» non c’è un tetto all’uso dei contanti.
L’affermazione è corretta ma sono necessarie alcune considerazioni ulteriori. Per prima cosa vediamo che cosa sta criticando in particolare Salvini.
L’abbassamento del tetto ai contanti
Salvini con le sue parole sta criticando la norma introdotta dall’attuale governo con l’art. 18 del cosiddetto “decreto fiscale” (d.l.124/2019) che, modificando una legge preesistente (art. 49 del d.lgs. 231/2007), ha disposto l’abbassamento della soglia del contante da 3 mila a 2 mila euro dal 1° luglio 2020 e a mille euro dal 1° gennaio 2022 (abbiamo spiegato in questa nostra analisi la storia “altalenante” del tetto ai contanti in Italia). Lo scopo dichiarato è quello di contrastare l’evasione fiscale, facilitata dall’uso del contante che per sua natura è difficilmente tracciabile.
La punizione per chi viola questo tetto è (art. 63 del d.lgs. 231/2007, come modificato dall’art. 18 del d.l. 124/2019) una sanzione amministrativa pecuniaria che va da 2 mila euro (a partire dal 1° luglio 2020, dal 1° gennaio il minimo calerà a mille euro) a 50 mila euro.
Una «follia» secondo Salvini, anche se bisogna notare che la sanzione era già in vigore in precedenza – anche quando il segretario della Lega era al governo come ministro dell’Interno e vicepremier – relativamente alla soglia di 3 mila euro (e il minimo della sanzione era, specularmente, di tremila euro).
Fatta chiarezza su questo punto, andiamo a vedere la situazione nei vari Paesi citati da Salvini.
Chi ha il tetto al contante e chi no?
Lo European consumer centres network, creato nel 2005 dalla Commissione europea e dagli Stati membri per fornire assistenza ai consumatori, riporta in una mappa interattiva le informazioni – aggiornate ad aprile 2020 – relative a 30 Paesi europei (i 27 Paesi Ue più Regno Unito, Islanda e Norvegia).
I Paesi citati da Salvini risultano in effetti non applicare alcuna soglia all’utilizzo del contante, e insieme a loro anche Irlanda, Paesi Bassi, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Islanda, le tre repubbliche baltiche, Slovenia, Ungheria, Malta, Cipro e Lussemburgo. Insomma «tanti altri Paesi europei» come detto da Salvini.
I Paesi che invece impongono un tetto ai contanti sono 12: Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Grecia, Romania, Bulgaria, Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Croazia.
Se nei Paesi dell’Est le soglie sono più elevate di quelle di cui si discute in Italia (15 mila euro in Polonia e Croazia, 14 mila euro in Repubblica Ceca, circa 5 mila euro in Slovacchia e Bulgaria: fa eccezione la Romania con un tetto di circa 2 mila euro), negli altri Paesi la situazione è simile a quella italiana. In Francia il limite è a mille euro, come anche in Portogallo, in Grecia 1.500 euro, in Spagna 2.500 euro e in Belgio 3 mila euro.
Ma questa frattura tra Paesi che hanno o meno un tetto al contante, è in qualche modo giustificata dai tassi di evasione fiscale? Se guardiamo ai dati la risposta è sì, e l’Italia è il Paese dove la situazione è peggiore.
Il legame con l’evasione fiscale
Il tetto al contante è una misura che viene presa esattamente allo scopo di ridurre l’evasione fiscale. L’articolo 18 del decreto-legge 124/2019 di cui abbiamo parlato in apertura di articolo è inserito nel Capo I della legge intitolato «Misure di contrasto all’evasione fiscale e contributiva ed alle frodi fiscali».
Guardiamo allora all’evasione fiscale nei Paesi europei, e calcoliamo la sua percentuale sul Pil. I dati necessari sono contenuti in un paper della società britannica Tax Research di gennaio 2019 (ripreso anche all’interno della relazione sui reati finanziari, l’evasione fiscale e l’elusione fiscale approvata dal Parlamento europeo nel marzo 2019) e fanno riferimento al 2015.
Nessuno dei Paesi citati da Salvini ha un’evasione fiscale che supera il 5 per cento del Pil. La Germania, che è il Paese con la percentuale più alta tra quelli menzionati dal leader leghista, arriva al 4,1 per cento. La Svezia al 3,8 per cento, Austria al 3,7 per cento e il Regno Unito al 3,4 per cento.
I Paesi che hanno imposto un tetto al contante hanno invece tutti percentuali superiori al 5 per cento, chi di poco (come Francia, 5,4 per cento, e Spagna, 5,6 per cento) e chi di molto, come la Romania (10,1 per cento), la Grecia (11,3 per cento) e proprio l’Italia (11,6 per cento).
Il verdetto
Matteo Salvini il 23 giugno ha sostenuto che in Germania, Austria, Svezia, Gran Bretagna e tanti altri Paesi europei l’uso del contante non sia limitato. L’affermazione è corretta: in nessuno degli Stati citati è imposto un tetto ai contanti. Inoltre, molti altri Paesi europei sono in una situazione simile.
D’altro canto è però vero che i Paesi citati dal segretario della Lega hanno tutti percentuali di evasione fiscale nettamente inferiori a quella italiana, e inferiori a quelle dei Paesi dove è imposto un tetto ai contanti. Tra questi, una dozzina nell’Ue, troviamo peraltro alcuni grandi Stati europei come – oltre all’Italia – Francia e Spagna.
In ogni caso “Vero” per Salvini.
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7 dicembre 2024
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