L’ex ministro dei Trasporti e attuale capogruppo dei deputati del Pd, Graziano Delrio, il 31 dicembre ha commentato su Facebook la situazione demografica italiana, scrivendo che una famiglia italiana su tre è composta da un solo membro.

Ma è corretto il dato? E che considerazioni si possono fare in proposito?

Il rapporto Istat

Delrio cita un dato che proviene dall’Annuario statistico italiano 2019, curato dall’Istat e pubblicato il 30 dicembre 2019. Per prima cosa diciamo subito che con l’espressione “famiglie italiane” intendiamo le famiglie che risiedono in Italia, e non solo quelle composte da cittadini di nazionalità italiana.

Nella sintesi del rapporto si legge che, nel biennio 2017-18, «le famiglie, 25 milioni e 700 mila, sono sempre più numerose e sempre più piccole (…) le persone sole sono il 33,0 per cento, in costante aumento nel corso degli anni». In valore assoluto, si tratta* di circa 8,5 milioni di persone.

Le famiglie composte da una sola persona sono in effetti un terzo del totale. I restanti due terzi si dividono tra coppie con figli (33,2 per cento), coppie senza figli (20,1 per cento), madri con figli (8,1 per cento), padri con figli (1,8 per cento), altre famiglie (2,2 per cento) e famiglie composte da più nuclei familiari (1,5 per cento).

Rispetto alla popolazione, i “single” pesano invece per il 14,1 per cento del totale (un settimo circa).

*Percorso: Popolazione e famiglie > Famiglie > Tipologie familiari > Misura – selezionare “valori in migliaia”

Il divario tra Nord e Sud

Il peso percentuale delle famiglie unipersonali sul totale delle famiglie cresce costantemente ormai da diversi anni. Nel 1997-98 erano il 21,5 per cento, nel 2012-13 si è sfondato il tetto del 30 per cento e adesso (biennio 2017-18) si è arrivati al 33 per cento.

Da un punto di vista territoriale, ci sono poi significative disuguaglianze tra Nord e Centro da un lato e Sud e Isole dall’altro. La concentrazione di famiglie composte da una sola persona è infatti massima nelle regioni del Nord (35,6 per cento nel Nord-ovest e 33,9 per cento nel Nord-est) e del Centro (34,9 per cento), mentre al Sud si ferma al 27,7 per cento e nelle Isole al 31,4 per cento.

Per quanto riguarda poi le singole regioni, la percentuale si registra in Val d’Aosta, con il 49,1 per cento delle famiglie composte da singoli individui, quasi la metà del totale. Seguono la Liguria, con il 40,9 per cento e il Friuli-Venezia Giulia con il 38,9 per cento. All’estremo opposto della classifica troviamo la Campania (25,8 per cento), la Puglia (26,4 per cento) e l’Abruzzo (29,6 per cento).

Com’è messa l’Italia rispetto al resto d’Europa?

Se guardiamo alla situazione nel resto dell’Unione europea, il dato relativo all’Italia – che dal database Eurostat risulta essere, nel 2018, pari al 32,6 per cento – si colloca sostanzialmente in media con la Ue (32,9 per cento) e poco al di sotto della media dell’Eurozona (34,3 per cento).

I Paesi Ue dove la percentuale di famiglie composte da una sola persona è più alto sono quelli scandinavi: Danimarca (44,1 per cento), Finlandia (43 per cento) e Svezia (42,5 per cento). In Norvegia, Paese extra-Ue, arriva addirittura al 46 per cento.

Gli Stati Ue dove invece la percentuale è più bassa sono invece Slovacchia (19,8 per cento), Cipro (20,8 per cento) e Portogallo (23,1 per cento).

Tra i grandi Paesi della Ue l’Italia si colloca a metà classifica, sotto la Germania (41,5 per cento) e la Francia (35,8 per cento), ma davanti a Regno Unito (30,5 per cento) e Spagna (25,5 per cento).

Il verdetto

L’ex ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha sostenuto che un terzo delle famiglie italiane è composto da un solo membro.

L’affermazione è corretta: l’Istat certifica nel suo annuario statistico 2019 che la percentuale di famiglie unipersonali sul totale – considerando tutti i residenti in Italia, non soltanto quelle composte da persone di nazionalità italiana – è pari al 33 per cento. Per Delrio dunque un “Vero”.