Il 14 marzo Anna Maria Bernini, senatrice e capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama, ha parlato della crisi del settore costruzioni, citando diversi numeri: 800 mila posti di lavoro persi, 120 mila imprese chiuse in undici anni, 69 miliardi di euro in investimenti in meno e una diminuzione (pari al 2,3 per cento) dei fondi previsti per le opere pubbliche.



Sono cifre corrette? Abbiamo verificato.



Quanti sono i «posti di lavoro persi»?



Secondo quanto riferito dall’ufficio stampa di Forza Italia a Pagella Politica, la fonte utilizzata della senatrice Anna Maria Bernini per riportare i diversi dati è un’intervista che il 12 marzo 2019 il segretario generale della Fillea-Cgil, Alessandro Genovesi, ha rilasciato a La Stampa.<fillea (federazione="" italiana="" dei="" lavoratori="" del="" legno,="" dell'edilizia,="" delle="" industrie="" affini="" ed="" estrattive)="" è="" il="" sindacato="" edili="" della="" cgil.=""



Alessandro Genovesi ha dichiarato che «dal 2008 a oggi, contando anche l’indotto, la produzione dei materiali, nel settore delle costruzioni sono andati persi 800 mila posti di lavoro: metà di tutti quelli cancellati dalla crisi». Ritroviamo, quindi, lo stesso numero riportato da Anna Maria Bernini. Ma da dove proviene questo dato?



A gennaio 2019 l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) ha pubblicato il report periodico sullo stato dell’industria delle costruzioni. Per quanto riguarda l’occupazione, si legge che «dall’inizio della crisi il settore [delle costruzioni, n.d.r] ha perso circa 600 mila posti di lavoro». Il decennio di riferimento è quello che va dal 2008 al 2018.



Secondo l’Ance, il comparto è passato da un milione e 953 mila occupati del 2008 a un milione e 394 mila del 2018. Un calo che non si è ancora frenato: nei primi nove mesi del 2018 è stata registrata una diminuzione dell’1,5 per cento rispetto all’anno precedente.



Queste cifre trovano una corrispondenza nei numeri forniti dall’Istat. Tra il 2008 e il 2016 (ultimo anno i cui dati sono disponibili), secondo l’Istituto nazionale di statistica, gli occupati del settore costruzioni sono diminuiti di circa 681 mila unità, passando da 2 milioni del 2008 a 1 milione e 300 mila del 2016 [1], registrando un continuo calo.



I 680 mila «posti di lavoro persi» non trovano però esatta corrispondenza nelle cifre riportate da Alessandro Genovesi (e da Anna Maria Bernini). Contattato da Pagella Politica, l’ufficio stampa di Fillea-Cgil ha chiarito come mai il segretario generale faccia riferimento a 800 mila posti di lavoro persi.



Secondo le stime del sindacato, ai 600 mila elaborati dall’Ance su 86 casse edili, dato che corrisponde ai dati Istat, «si devono aggiungere altri 200 mila posti di lavoro dei settori annessi a quello delle costruzioni», quali la lavorazione di «laterizi, cemento, legno-arredo e lapidei». Lo stesso Genovesi, nel corso dell’intervista, specifica di contare nella cifra degli 800 mila lavoratori, «anche l’indotto, la produzione dei materiali».



Le imprese che hanno chiuso



Anna Maria Bernini parla di «120 mila imprese costrette a chiudere negli ultimi undici anni». La cifra corrisponde a quella fornita dal report redatto a gennaio 2019 dell’Ance, con la precisazione che si tratta di dati che vanno dal 2008 al 2016 (e quindi mancano i numeri degli ultimi tre anni circa).



Gli investimenti in opere pubbliche



La scheda di sintesi dell’ultimo report dell’Ance elenca anche (a p. 4) gli investimenti persi dal settore “costruzioni” in un decennio di crisi economica. Rispetto al 2008, secondo l’associazione, nel 2018 sono stati investiti 36 miliardi in meno nelle nuove costruzioni residenziali, corrispondenti a un calo percentuale del 66,1 per cento, 15 miliardi in meno in costruzioni non residenziali private (-27,3 per cento) e 26 miliardi in meno in opere pubbliche, «pari al 54 per cento dell’intero mercato». In totale, tra il 2008 e il 2018 il comparto ha quindi perso 69 miliardi di euro in investimenti. Esattamente la cifra fornita da Anna Maria Bernini.



Per quanto riguarda la diminuzione degli «investimenti in opere pubbliche del 2,3 per cento nel 2018» citata da Bernini, nel report dell’Ance, si legge che «le previsioni relative agli investimenti fissi lordi da parte della Pubblica amministrazione sono state riviste al ribasso, come già avvenuto negli anni precedenti: -2,2 per cento nel 2018 rispetto al +2,5 per cento previsto nel Def di aprile». Bernini ha quindi sostanzialmente ragione (al netto del decimale).



Questo dato è confermato dalla Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef) stilato a settembre 2018, guardando alle spese e alle entrate della pubblica amministrazione e, in particolare, alla voce relativa agli investimenti fissi lordi (e, quindi, le risorse originariamente destinate ai cantieri di nuove infrastrutture): il calo previsto dal governo è appunto del 2,2 per cento.



Il verdetto



Anna Maria Bernini ha dichiarato che in Italia, negli ultimi undici anni, 120 mila imprese del settore costruzioni sono state costrette a chiudere, mentre il comparto perdeva 800 mila posti di lavoro e 69 miliardi di investimenti. Una situazione, secondo la senatrice, aggravata dalla diminuzione del 2,3 per cento dei fondi previsti per le opere pubbliche.



I numeri citati dall’esponente di Forza Italia sono corretti, al netto di qualche minima imprecisione: tutti i numeri fanno riferimento al decennio 2008-2018, fatta eccezione per il dato sulle 120 mila imprese chiuse, stimato sull’arco temporale 2008-2016. Infine, il governo ha in effetti previsto una riduzione del 2,2 per cento (non del 2,3) degli investimenti fissi lordi a disposizione della pubblica amministrazione. “Vero” per Anna Maria Bernini.





[1] Imprese > Struttura > Imprese e addetti > dati principali