L’ex ministro dell’Interno Marco Minniti, durante un incontro a Perugia per la presentazione del suo libro Sicurezza è libertà, ha dichiarato che, nell’ultimo decennio, il 2017 sarebbe l’anno con il minor numero di reati commessi. L’esponente del Partito Democratico ha però sottolineato come le persone e, soprattutto, le vittime dei reati, non siano rincuorate da un dato statistico.
Verifichiamo.
Delitti e reati
Non è insolito per le testate giornalistiche e, in questo caso, per l’onorevole Minniti, fare riferimento ai reati per quelli che, in punta di diritto, andrebbero più opportunamente definiti “delitti”.
Secondo il nostro codice penale, infatti, i “reati” si distinguono tra “delitti” e “contravvenzioni”, in base al tipo di pena (art. 17 c.p.) che viene stabilita per il colpevole. Il reato costituisce quindi una categoria più ampia rispetto al delitto, comprendendo anche quelle fattispecie (le contravvenzioni) per le quali si viene puniti con l’arresto e l’ammenda (ad esempio per le violazioni del codice stradale).
Detto questo, per semplicità comunque utilizzeremo da qui in avanti anche i termini “reato” e “crimine” per riferirci a quelli che il nostro sistema penale definisce “delitti”.
I delitti nel 2017
Secondo i dati Istat relativi ai delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria nel 2017 sono stati commessi 2.429.795 [1] delitti, contro i 2.487.389 del 2016. Una diminuzione annuale quindi dell’2,3 per cento.
Allo stesso tempo, la cifra del 2017 è il minimo storico degli ultimi dieci anni, in diminuzione di 17,2 punti percentuali rispetto al 2007 (quando i delitti denunciati erano stati 2.933.146).
Il calo ha riguardato anche alcune delle principali categorie di crimine, come gli omicidi volontari, i furti e le rapine, che sono calati dal 2007 rispettivamente del 41,3 per cento (368 [2] omicidi volontari nel 2017 contro i 627 del 2007), del 22,7 per cento (1.265.678 furti nel 2017 a fronte dei 1.636.656 del 2007) e del 40,3 per cento (30.564 rapine nel 2017 e 51.210 nel 2007).
Tabella 1: Numero di delitti commessi in Italia dal 2007 al 2017 – Fonte: Istat
I dati confermano quindi quanto dichiarato da Marco Minniti: il 2017 è stato l’anno con il minor numero di delitti commessi dell’ultimo decennio.
Il senso di insicurezza dei cittadini italiani
Negli ultimi dieci anni, dunque, il numero di reati è calato. Non è però diminuita la preoccupazione dei cittadini.
Secondo l’indagine Istat denominata La percezione della sicurezza 2015-2016 (ultimo periodo analizzato), il senso di insicurezza dei cittadini è rimasto praticamente invariato dal periodo 2008-2009 (grafico 1), nonostante il numero dei delitti sia diminuito dal 2008 al 2016 del 8,2 per cento (tabella 1).
Grafico 1: Persone di 14 anni e più per vari indicatori di insicurezza tra il 1997 e il 2016 – Fonte: Istat, Percezione della Sicurezza
La percezione e la realtà non marciano dunque appaiate.
Per fare un esempio, al 2016 le persone che temevano per il furto della propria autovettura sono diminuite del 6,6 per cento dal 2008-2009, sebbene il numero di furti di automobili sia calato, nello stesso periodo, del 23,6 per cento (110.556 autovetture rubate nel 2016 contro le 144.670 del 2008).
In altre parole, i reati diminuiscono più in fretta rispetto al senso di insicurezza degli italiani.
Il possibile ruolo dei media
Il decimo Rapporto sulla Sicurezza e l’Insicurezza Sociale in Italia e in Europa (pubblicato a febbraio 2017), realizzato da Demos&Pi e dall’Osservatorio di Pavia per la Fondazione Unipolis, ha provato a dare una spiegazione alla disconnessione tra il calo dei reati e il senso di insicurezza dei cittadini italiani. Secondo gli esperti, un ruolo fondamentale sarebbe giocato da alcuni media come, ad esempio, i telegiornali.
Nonostante il drastico calo dei reati di cui abbiamo parlato, nel periodo 2015-2016 i sei principali telegiornali nazionali riservavano quasi il 37 per cento delle notizie in prima serata a tematiche relative alla criminalità. Quest’ultimo era il principale tema affrontato dai nostri tg per quel periodo, con quasi il 20 per cento in più di notizie legate alla criminalità rispetto a tematiche come guerra e terrorismo.
Un trend che ci distingue dai principali telegiornali inglesi, francesi e tedeschi (sebbene quelli spagnoli superino di gran lunga quelli italiani), che sono generalmente soliti riservare maggiore spazio ad altri argomenti.
In definitiva, secondo il rapporto, la tendenza dei cittadini ad essere poco recettivi al dato statistico positivo potrebbe essere influenzata dall’ampio spazio dedicato alle notizie relative alla criminalità in televisione, le quali alimentano o tengono costante il senso di insicurezza degli italiani.
Il verdetto
L’ex ministro dell’Interno Marco Minniti ha affermato che nel 2017 ci sono stati meno reati rispetto a ciascuno dei dieci anni precedenti. Allo stesso tempo, l’esponente del PD ha aggiunto che i cittadini sono solitamente poco rincuorati dal dato statistico, specialmente quando hanno subito un reato in prima persona.
Per quanto riguarda il numero di reati (“delitti” per essere precisi) Marco Minniti ha ragione: lo scorso anno è stato caratterizzato da un numero di reati minore rispetto a qualsiasi anno del decennio precedente. Per quanto riguarda la percezione, secondo un rapporto recente i cittadini si sentono in effetti tanto insicuri quanto dieci anni, fa nonostante il netto calo dei reati.
Marco Minniti merita un “Vero”.
[1] Seleziona periodo > Da 2007. Tipo di delitto > Omicidi volontari consumati/Furti/Rapine/Totale.
[2] L’Istat riporta al 17 novembre un numero di omicidi volontari pari a 368 per il 2017, nonostante pochi giorni prima avesse affermato che questi ammontavano per quell’anno a 357 casi. Una discrepanza quindi di 11 omicidi. Tuttavia, lo stesso report dell’Istat specifica che i dati possono subire modificazioni in fasi successive a quelle di pubblicazione (ad esempio: un omicidio classificato prima come volontario e poi come colposo).