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"Sono molto soddisfatto che i due reati più gravi [a capo della sindaca di Roma Virginia Raggi] siano in via di archiviazione".
Lo scorso 28 settembre Beppe Grillo ha commentato positivamente le notizie sull’inchiesta che vede coinvolta il sindaco pentastellato di Roma, Virginia Raggi.
L'ex comico parli di “due reati in via di archiviazione”. Si tratta del reato di abuso di ufficio, che veniva contestato al sindaco due volte: sia per la nomina di Renato Marra a vice capo gabinetto vicario, sia per la promozione di Salvatore Romeo a capo della segreteria politica. Il pubblico ministero ha chiesto per queste due accuse l'archiviazione, ma la parola finale spetterà al giudice dell'udienza preliminare (gup).
C'è invece un altro reato per cui il pm ha invece presentato richiesta al gup di procedere: si tratta del reato di falso ideologico, legato al caso Marra.
Secondo la cronaca giudiziaria, per la Procura di Roma Virginia Raggi avrebbe mentito alla responsabile anticorruzione del Campidoglio, Mariarosa Turchi, circa il coinvolgimento di Raffaele Marra nelle procedure di nomina del fratello Renato alla direzione Turismo del Campidoglio.
La gravità del reato
Non è chiaro che metro di misura utilizzi Beppe Grillo per affermare che il reato di abuso d’ufficio sia più grave rispetto a quello di falso ideologico.
Il codice penale punisce infatti più severamente il secondo.
In particolare, l’articolo 323 del codice penale punisce con la reclusione da 1 a 4 anni il reato di abuso d’ufficio. Cioè la condotta del pubblico ufficiale che, nello svolgimento delle proprie funzioni, viola le norme (o omette di astenersi in presenza di un interesse proprio) e così facendo procura un ingiusto vantaggio per sé o altri, oppure un ingiusto danno ad altri.
L’articolo 479 c.p. punisce con la reclusione da 1 a 6 anni il reato di falso ideologico (per la pena l’articolo rinvia a quella prevista dall’articolo 476 c.p.). Si tratta della condotta sempre del pubblico ufficiale che, ricevendo o formando un atto nell’esercizio delle sue funzioni, attesta il falso.
Il verdetto
Beppe Grillo sostiene che sia stata richiesta l’archiviazione per il reato più grave per il quale si procedeva contro il sindaco di Roma, Virginia Raggi, cioè l’abuso di ufficio. Tuttavia l’altro reato per il quale era indagata la Raggi e per cui il pm ha chiesto il rinvio a giudizio, cioè il falso ideologico, è punito più severamente dal codice penale. Considerato che la differenza di pena (1-4 anni, rispetto a 1-6 anni) non è enorme, per Grillo un “Pinocchio andante”.
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