In un post sulla sua pagina Facebook, il leader della Lega Nord Matteo Salvini si è occupato di recente di un argomento meno caldo nel dibattito politico, ma di certo assai vasto nelle sue implicazioni: la puericultura. Salvini ha citato una recente legge francese che avrebbe vietato “ceffoni” o “sberle sul sedere” da parte dai genitori. Vediamo che cosa ha votato il parlamento francese.



Il dibattito in Francia



In Francia si è sviluppata parecchia discussione intorno a quello che i giornali hanno chiamato l’interdiction de la fessée, cioè appunto il “divieto di sculacciata”, con sondaggi, approfondimenti, dibattiti e pareri di esperti e opinionisti su tutti i principali giornali francesi. Se ne parla da più di due anni: il dibattito è nato dopo la richiesta alla Francia da parte del Consiglio d’Europa di vietare le punizioni corporali, a marzo 2015. Nel corso del 2016, la vicenda è infatti diventata anche parte di una legge.



Il provvedimento di cui parla Salvini, infatti, esiste, anche se il divieto di punizioni corporali sui bambini è parte di una legge molto più ampia il suo iter di approvazione non è ancora concluso. Su di essa è in corso una battaglia tra i due principali schieramenti politici francesi.



La legge sull’uguaglianza e la cittadinanza



Il “Progetto di legge su uguaglianza e cittadinanza” è definito dalla stampa francese l’ultimo testo legislativo importante della presidenza Hollande, la cui fine è in programma con le elezioni del prossimo 27 aprile (Hollande ha già annunciato che non si ricandiderà). Le disposizioni principali della legge puntano in parte ai giovani, per esempio ampliando la partecipazione all’equivalente francese del servizio civile e promuovendo il volontariato. Tra le altre misure ci sono poi l’introduzione di maggiore trasparenza nell’assegnazione degli alloggi di edilizia popolare, l’irrigidimento delle sanzioni contro gli atti di discriminazione e razzismo, l’ampliamento dei poteri dei consigli cittadini.



Il governo ha iniziato l’iter che ha portato alla formulazione della legge – istituendo un “comitato interministeriale per l’uguaglianza e la cittadinanza” – meno di due mesi dopo l’attentato alla sede di Charlie Hebdo dell’11 gennaio 2015 a Parigi, e in risposta ad esso. Poco dopo la strage, il primo ministro Manuel Valls aveva infatti parlato dell’esistenza di un “apartheid sociale, territoriale, etnico” nel paese.



L’iter della legge è stato però accidentato. Come spiega il portale istituzionale francese Vie Publique, il testo è stato approvato in ultima lettura dall’Assemblea nazionale, a maggioranza socialista, il 22 dicembre 2016, ma esso dovrà essere esaminato dalla Corte costituzionale dopo un ricorso dei parlamentari dell’opposizione. Presentato nell’aprile del 2016 al Consiglio dei ministri con tre membri del governo socialista come firmatari, il testo è stato in larga parte riscritto dal Senato – a maggioranza di centrodestra – a ottobre, tanto che nella nuova formulazione venne votato soprattutto dalla destra. Dopo il fallimento di una commissione mista incaricata di trovare una mediazione, l’Assemblea nazionale aveva avuto l’ultima parola, ristabilendo il testo precedente e causando il ricorso.



Il “divieto di sculacciata”



Il divieto di punizioni corporali di cui parla Salvini è stato introdotto come emendamento. Si tratta, formalmente, di una modifica a un articolo del codice civile che riguarda l’autorità parentale (il 371-1): il secondo comma attualmente stabilisce che essa appartiene ai genitori fino alla maggiore età “nel rispetto dovuto alla sua persona”, a cui l’emendamento aggiunge “e ad esclusione di ogni trattamento crudele, degradante o umiliante, ivi compreso ogni ricorso alle violenze corporali”. Il 371-1 è uno degli articoli del codice letti durante la cerimonia di matrimonio civile.



La modifica è stata presentata da tre deputati della maggioranza socialista e approvato durante la prima lettura all’Assemblea Nazionale, a luglio. Il quotidiano francese Le Monde scrive che “la formulazione dell’emendamento è stata negoziata a lungo in anticipo con il ministro per la famiglia, Laurence Rossignol, qui ha voluto evitare un’allusione troppo diretta alla sculacciata, per non polarizzare il dibattito. Anche i termini ‘punizioni’ e ‘castighi’ sono stati scartati, a vantaggio di ‘violenze’”.



Il testo definitivo approvato a dicembre dall’Assemblea Nazionale, e ora sottoposto al giudizio della Corte costituzionale, ha mantenuto l’emendamento come art. 222 della nuova legge.



Insomma, le “sculacciate” sono vietate?



Come hanno specificato gli stessi parlamentari che hanno proposto l’emendamento, la novità “non si accompagna ad alcuna nuova sanzione penale” nei confronti dei genitori. La norma “enuncia un principio chiaro, destinato ad essere ripetuto a padri e madri e a influenzare i loro comportamenti”. In sostanza, Le Monde scrive senz’altro che si tratta di un provvedimento “simbolico”.



Il verdetto



Matteo Salvini dice che il parlamento francese ha da poco approvato il “divieto di sculacciata”. È vero che un provvedimento che la stampa ha spesso chiamato con quel titolo è stato approvato alla fine di dicembre. Tuttavia, la legge che contiene la disposizione non è ancora stata promulgata a causa di un ricorso alla Corte costituzionale. Ma soprattutto la legge non indica nuove sanzioni e da molti è interpretata come soltanto simbolica. “Nì” per il segretario della Lega Nord.