Durante un’intervista rilasciata a The Global Conversation, rubrica della testata Euronews, Beppe Grillo ha affermato che i Musei Vaticani sono del Comune di Roma. Il garante del Movimento Cinque Stelle ha aggiunto che tuttavia il Campidoglio non percepisce alcuna somma e che ne avrebbe parlato presto con il pontefice. Qualche giorno dopo l’ex comico ha corretto l’affermazione sul suo profilo Facebook: “Voglio fare un chiarimento riguardo ad una mia frase detta durante la lunga intervista a Euronews – ha scritto – I musei vaticani sono del Vaticano e nessuno mette in dubbio questo”. Dunque, come stanno realmente le cose?
A chi appartengono i Musei Vaticani
I Musei Vaticani non fanno parte dello Stato italiano, e quindi del Comune di Roma, ma dello Stato della Città del Vaticano: l’hanno confermato a Pagella Politica l’ufficio stampa dei Musei e quello del Campidoglio. Sul sito del Vaticano, il più piccolo Stato indipendente al mondo (44 ettari), si legge che il Governatorato, organo attraverso il quale il presidente esercita il potere esecutivo, si articola in una rosa di uffici e direzioni centrali, tra cui la direzione dei Musei Vaticani. Questi sono racchiusi dentro la cinta muraria del Vaticano, costruita per la prima volta da papa Leone IV (847-855), in seguito alle invasioni saracene, ristrutturata sotto Eugenio III (1145-1153) e Innocenzo III (1198-1216), ampliata da Pio IV (1559-1565) a fronte della minaccia turca.
Perché il Vaticano non è territorio italiano
Cerchiamo però di fare un ulteriore passo indietro e di capire perché la Santa Sede non rientra nei confini italiani. Dal 20 settembre 1870, data dell’annessione di Roma al regno d’Italia, la frattura tra lo Stato liberale e l’ex Stato pontificio diventa profondissima. La situazione giuridica rimane incerta fino all’11 febbraio 1929, data della firma dei Patti lateranensi. Questo accordo, siglato tra il cardinale Pietro Gasparri, in rappresentanza del pontefice Pio XI, e il capo del governo italiano Benito Mussolini, riconosce la sovranità della Chiesa sulla Città del Vaticano, comprendente la Basilica di San Pietro e una serie di palazzi adiacenti.
I Musei sono espressamente citati in un testo di poco successivo: la prima legge fondamentale della Città del Vaticano, datata 7 giugno 1929. La raccolta di norme viene sostituita il 26 novembre 2000 dalla nuova legge promulgata motu proprio, ovvero di propria iniziativa, da papa Giovanni Paolo II.
Ogni anno, tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, l’associazione Themed entertainement association e il network Aecom realizzano una pubblicazione sui musei più apprezzati del mondo. Secondo l’ultimo studio TEA/AECOM Global Attractions Attendance Report, quelli della Santa Sede figurano tra le venti istituzioni più visitate nel 2015. Oltre sei milioni di persone hanno staccato il biglietto per entrare nelle stanze di Viale Vaticano.
Per la quarta volta di fila a guidare la classifica è stata la Francia con il Louvre, che ha attirato 8.700.000 visitatori. Se guardiamo ai musei italiani propriamente detti, non troviamo nessun nome nell’elenco stilato dai due enti americani.
Il verdetto
Beppe Grillo, leader del Movimento Cinque Stelle, ha dichiarato che i Musei Vaticani sono di proprietà del Comune di Roma, il cui sindaco attualmente è la pentastellata Virginia Raggi. Lo stesso Grillo, qualche giorno dopo l’intervista concessa alla testata Euronews, ha rettificato la sua posizione, precisando che i Musei appartengono allo Stato del Vaticano. Sarebbe stata una panzana pazzesca, ma vista la correzione moderiamo la sentenza.