In occasione di un incontro al Politecnico di Milano, il presidente del Consiglio ha parlato dell’evoluzione urbanistica del nostro paese e ha citato due numeri, a proposito del fatto che l’Italia sia fatta di piccoli centri: il primo riguarda la percentuale di persone che, secondo le proiezioni demografiche, vivrà in “megalopoli”; il secondo è la posizione in classifica di Roma nell’elenco delle… città cinesi. Vediamo se sono corretti.
Tutti in città?
Per verificare le cifre sull’urbanizzazione globale, abbiamo a disposizione un ampio report curato dalla Population Division delle Nazioni Unite: il World Urbanization Prospects (WUP), la cui revisione più recente è del 2014. Al report si accompagna un’ampia appendice statistica, da cui alcune delle informazioni che seguono.
Secondo lo studio, l’urbanizzazione a livello globale è in aumento da tempo in gran parte del mondo e il trend non si arresterà in futuro. Il numero di persone che vivono nelle città ha superato quelli delle campagne, a livello globale, nel 2007, e si prevede che nel 2050 la proporzione sarà di circa due terzi urbana contro un terzo rurale.
Renzi però non parla di città, ma di “megalopoli”, ovvero centri urbani con oltre 10 milioni di abitanti (secondo la definizione del WUP). Le stime delle Nazioni Unite arrivano fino al 2030 e non al 2050 citato da Renzi: per allora si prevede che nei centri con oltre 10 milioni di abitanti (che oggi sono 29 e tra quindici anni saranno saliti a 41) vivranno “appena” 730 milioni di persone, l’8,7 per cento della popolazione mondiale. Anche senza avere le proiezioni fino al 2050, è chiaro che il 50 per cento che, secondo Renzi, sarà superato è del tutto fuori dalle previsioni.
Guiyang non è stata costruita in un giorno
Veniamo ora alla Cina (e a Roma). Con 1,382 miliardi di abitanti stimati nel 2016, la Cina è il paese più popoloso del mondo (il secondo, l’India, lo segue da vicino con 1,326 miliardi: il sorpasso è previsto per il 2022). Le dimensioni della sua urbanizzazione – una delle più rapide dal 1990 ad oggi – sono impressionanti: i suoi 758 milioni di abitanti delle città sono un quinto del totale globale e gli spostamenti dalle campagne alle città degli ultimi decenni sono stati chiamati “la più grande migrazione della storia”. Nel 2014, la percentuale di popolazione urbanizzata era del 54 per cento (contro il 69 per cento dell’Italia).
Le città con più di 300 mila abitanti in Cina sono esattamente quattrocento, comprese Hong Kong e Macao* (le abbiamo riportate tutte qui, nel foglio 3). Calcolarle, per la Population Division dell’ONU, ha riservato qualche complicazione. La definizione amministrativa di “città”, in Cina, è cambiata quattro volte nel secondo dopoguerra, l’ultima volta nel 1993, e allo stesso modo è cambiata la definizione di “popolazione urbana”. Gli estensori del rapporto hanno quindi dovuto considerare di volta in volta le zone amministrative che compongono gli agglomerati urbani e la popolazione “di fatto” di quelle zone.
Il censimento cinese del 2010, infatti, è stato il primo in cui si è cercato seriamente di contare gli effettivi residenti in una città e non solo chi aveva il permesso ufficiale per risiedervi. Il cosiddetto sistema dell’hukou, riformato solo di recente, era di fatto un sistema di passaporti interni che aveva, tra le altre cose, la grave conseguenza di escludere i nuovi arrivati dalle campagne dai servizi sociali delle città.
Fatte queste precisazioni, possiamo chiederci finalmente: dove starebbe Roma, nella classifica delle città cinesi? La capitale, con i suoi 2,867 milioni di abitanti a giugno 2016 – di gran lunga il comune più popoloso d’Italia – si situerebbe al 38esimo posto nella classifica delle città cinesi, sopra Tangshan nello Hebei (2,743 milioni di abitanti) e appena sotto Guiyang (2,871 milioni), capitale della montagnosa provincia di Guizhou, nel sudovest del paese. Roma viene superata di poco da una città piuttosto antica – il suo primo sviluppo urbano risale al XIII secolo – che si è sviluppata negli ultimi decenni in un importante centro industriale. Le città cinesi che superano Roma per numero di abitanti sono riportate nella mappa.
Fonte: World Urbanization Prospects, 2014. Per ogni centro è indicata la cifra della popolazione (in migliaia).
Abbiamo anche un altro metodo, questa volta più indiretto, per verificare l’affermazione del Presidente del Consiglio. Nel 2010, in Cina si è tenuto un censimento. Un’operazione già di per sé ciclopica, come si può immaginare, e non priva di problemi – come la diffidenza di alcune comunità nei confronti dei funzionari incaricati dei controlli domiciliari (in totale, circa sei milioni).
Il sito che raccoglie i risultati mostra una simile diffidenza nei confronti della grafica online degli ultimi vent’anni, ma alla Tavola 25.1 registra un dato che fa al caso nostro: il totale delle città cinesi con oltre 2 milioni di abitanti è di 52, verificando indirettamente che la capitale italiana (che, lo ricordiamo, ha un po’ meno di 3 milioni di abitanti) non può essere superata da cento centri urbani cinesi.
Il verdetto
Matteo Renzi ha detto che, nel 2050, la maggioranza della popolazione mondiale vivrà nelle megalopoli. Questa percentuale è però molto lontana dalle previsioni più affidabili, che si fermano al 2030 e restano sotto il 10 per cento. Ha detto poi che Roma non sta nell’elenco delle prime cento città cinesi. Anche questo non è vero, perché Roma, se fosse in Cina, sarebbe al 38esimo posto nella classifica dei centri urbani. “Panzana pazzesca” per il Presidente del Consiglio.
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* I dati vengono dalla Tabella 12 disponibile qui: sezione “Urban Agglomerations”, Population of Urban Agglomerations with 300,000 Inhabitants or More in 2014, by Country, 1950-2030.