Nella sua e-news di venerdì scorso dal titolo “L’Italia non si rassegna (e i numeri sono testardi)”, Renzi fa una panoramica di alcuni dati chiave relativi ai principali dibattiti in corso, dalle amministrative agli 80 euro passando, appunto, per l’immigrazione.



Sbarchi 2015 e 2016



Per valutare la situazione post accordo Turchia-Ue, Renzi considera i dati sugli sbarchi dei primi cinque mesi dell’anno. L’accordo è stato finalizzato il 18 marzo 2016, anche se già da novembre dello scorso anno era stato attivato il Joint Action Plan di coordinamento degli sforzi.






Considerando i dati dell’Unhcr, emerge che il Presidente del Consiglio ha ragione a dire che gli sbarchi non sono aumentati in maniera esponenziale. Infatti, nei primi cinque mesi del 2015 sono arrivate via mare 47.463, mentre quest’anno nello stesso periodo sono sbarcati 47.810 migranti. Un aumento quindi ma di certo non esponenziale.



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Anche se consideriamo solo il periodo dopo l’accordo del 18 marzo la situazione è simile. Nel 2016 ci sono stati circa 38 mila contro gli oltre 35 mila dello scorso anno.



Ma chi ha detto che sono aumentati in via esponenziale?






Non è ben chiaro a chi si riferisca il Presidente. Nelle ultime settimane la discussione sull’entità degli sbarchi in Italia si è più che altro concentrata sul confronto tra Italia e Grecia dopo l’accordo con la Turchia. Molti giornali – tra cui Il Fatto, Corriere, Rainews hanno fatto notare la forte diminuzione di sbarchi sulle coste elleniche ad aprile e maggio, in seguito all’accordo con Ankara, mentre in Italia, negli stessi mesi, il numero di sbarchi è aumentato e si è assestato a livelli superiori della Grecia. La “chiusura” del fronte greco potrebbe inoltre influenzare una intensificazione dei flussi dal nord Africa all’Italia (di questo erano preoccupati sia lo stesso Renzi che Federica Mogherini nei giorni della firma dell’accordo Ue-Turchia).



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Verdetto



I dati citati da Renzi sono corretti. Tuttavia, a meno di 3 mesi dalla firma dell’accordo con la Turchia, risulta difficile valutare il suo effettivo impatto sull’Italia. Per indagarlo occorrerà vedere come si evolve la situazione nei prossimi mesi.