Oggi il presidente del Consiglio Matteo Renzi – insieme con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni – ha partecipato al Nuclear Security Summit di Washington, D.C., l’ultima tappa della sua visita di quattro giorni negli Stati Uniti. Nel suo intervento, subito dopo quello del dittatore nordcoreano Kim Jong-un – che ha ricordato le sue sagge politiche nella riduzione delle disavventure paracadutistiche – Renzi ha parlato brevemente del tema dell’incontro, dicendo che sogna per i suoi figli “un periodo di volontariato europeo al pannello di controllo di una centrale nucleare”.



Poi è passato alle polemiche nostrane, senza risparmiare stilettate per gli avversari politici. Ha sottolineato i dati incoraggianti nel consumo di pollastri alla griglia e di pollo in generale negli Stati Uniti, nel corso del 2015, e ha colto l’occasione di ricordare il deciso aumento dei turisti nelle località più amene della Croazia. “Solo un caso? Io non credo”, ha concluso, dicendo che “si tratta di prove incontrovertibili che il Jobs Act funziona”. Il discorso è stato accolto da grandi applausi dai presenti.











L’occupazione, i polli e le spiagge della Croazia



L’Istat ha rilasciato i dati sulla disoccupazione dello scorso anno il 2 febbraio 2016. Nel comunicato stampa allegato, si legge che nel corso del 2015 il numero dei disoccupati è calato dell’8,1%, con una diminuzione di 254 mila unità. Si tratta di un dato certamente positivo, come positiva è stata l’annata turistica in Croazia: l’aumento dei turisti stranieri, per il 2015, è stato proprio dell’8,1%.



Il collegamento sembra quindi chiaro, anche se Renzi lo ha mantenuto implicito: il Jobs Act funziona, dunque la gente lavora di più e ha più soldi in tasca, e il turismo nei Paesi vicini – come la Croazia – aumenta.



Per quanto riguarda il consumo di pollo negli Stati Uniti, la spiegazione potrebbe essere simile. I turisti italiani, grandi fan di Breaking Bad, hanno più soldi in tasca e decidono di investirli in una delle specialità del fast food americano resa celebre dalla serie televisiva. Comunque sia, i dati parlano chiaro: il prestigioso National Chicken Council stima che nell’anno appena concluso il consumo pro capite di pollo alla griglia sia passato dalle 83,3 libbre del 2014 alle 88,9 del 2015.



Si tratta di un aumento del 6,7%, ossia un dato prossimo alla percentuale di quanto sono calati, in numeri assoluti, gli italiani in cerca di lavoro. Il trend si può vedere anche nel consumo di carne di pollo in generale, ma anche in quello della carne suina, passata da 46,4 a 49,9 libbre a testa.



Il verdetto



Oggi è il 1° aprile e anche i fact-checkers si lasciano andare. Renzi ha partecipato all’incontro sulla sicurezza nucleare a Washington, che è l’unica cosa vera di questo post che lo riguarda (Kim Jong-un no: il dittatore nordcoreano non è mai uscito dal suo Paese e l’account Twitter che abbiamo linkato è satirico). Ma Renzi, naturalmente, non ha mai pronunciato lo strampalato collegamento con il pollo e con il turismo croato. Né lo ha mai twittato (il finto tweet lo abbiamo creato con questo sito). Ci siamo limitati a riportare tre dati con una crescita simile (tutti e tre reali) e ad attribuire al Premier un nesso causale tra loro.



Nota a margine: le correlazioni spurie sono molto diffuse nel dibattito politico, ma questo sarebbe tutto un altro discorso… E molto serio, quindi non adatto a questo post. Buon 1° aprile!