All’Assemblea Nazionale del Partito Democratico tenutasi a Milano qualche giorno fa, Renzi conclude il suo intervento appellandosi ad un’Italia speranzosa e ricca di talento, apprezzata anche all’estero. Per farlo si rifà alla costruzione del ponte tra Asia e Istanbul in cui è presente, secondo il Premier, l’ingegneria italiana. Siamo dunque andati a vedere se il nostro genio italiano è in qualche modo coinvolto nella costruzione di questa infrastruttura.



I tre ponti



Sono tre i ponti che attraversano il Bosforo e che ad oggi collegano Europa ed Asia, il terzo dei quali è ancora in fase di costruzione.



Il primo ponte, conosciuto anche come il “primo ponte sul Bosforo”, è stato inaugurato nel 1973 e collega Istanbul dalla parte europea di Ortakoy alla parte asiatica di Uskudar Beylerbeyi. Tale ponte è il primo ad aver collegato Europa e Asia dal 480 A.C., quando i continenti erano collegati da un ponte sui Dardanelli. L’impresa contrattata per la costruzione di questa opera era la britannica Freeman Fox & Partners.



Il secondo ponte sul Bosforo, completato nel 1988, è stato costruito da un consorzio di tre Paesi: Giappone, Turchia e Italia, quest’ultima rappresentata dall’impresa Impregilo, coinvolta anche nella progettazione del ponte sullo Stretto di Messina.



ponti sul bosforo istanbul



Il terzo progetto (più recente e ancora incompleto) vede anche qui la partecipazione di una nostra impresa, l’Astaldi. In consorzio con la turca IC-Ictas, Astaldi ha iniziato la costruzione del terzo ponte sul Bosforo nel 2013, che collegherà l’europea Garipce con l’asiatica Poyrazkoy. Si tratterà del più largo ponte sospeso – oltre che quello con le torri più alte – a livello mondiale, e prevede due carreggiate a quattro corsie ciascuna separate da un corridoio ferroviario centrale a doppio binario, per una larghezza complessiva di 59 metri.



Il Verdetto



Renzi elogia i risultati nostrani nel campo dell’ingegneria, molto probabilmente riferendosi all’ultimo contratto italiano per la costruzione del terzo ponte sul Bosforo. Il Premier però si dimentica di aggiungere che la costruzione non sarà un’opera tutta italiana, ma divisa al 50% con la turca IC-Ictas. tale dimenticanza gli costa la promozione a pieni voti: “C’eri quasi”.





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