Ultimamente il punteggio citato da Matteo Renzi è stato più volte utilizzato dai membri del Partito Democratico per sottolineare il successo elettorale dei Dem. Il periodo preso a riferimento dal Premier è quello compreso tra le recenti elezioni regionali e l’8 dicembre 2013, evento spartiacque che ha segnato l’elezione dell’ex sindaco di Firenze a Segretario del Partito Democratico.





Come riporta l’infografica del Pd, da quell’8 settembre 2013 ben 12 regioni sono andati al voto. Parliamo della Sardegna (febbraio 2014), del Piemonte e Abruzzo (maggio 2014), di Emilia-Romagna e Calabria (novembre 2014), e delle 7 regioni andate al voto lo scorso mese (Puglia, Veneto, Liguria, Umbria, Campania, Marche e Toscana).



Come si può vedere dal grafico del Pd, il saldo positivo +4 sarebbe dovuto dalla conquista delle 5 regioni (Piemonte, Sardegna, Campania, Abruzzo e Calabria), a cui va sottratta la Liguria.



La soluzione qui è molto semplice: Piemonte (con Cota) , Campania (con Caldoro), Calabria (con Scopelliti), Sardegna (con Cappellacci) e Abruzzo (con Chiodi) erano al centrodestra e ora sono passate tutte al centrosinistra (con le vittorie di Chiamparino, De Luca, Pigliaru, Oliverio e D’Alfonso). La Liguria era guidata da Burlando (centrosinistra), uscito vincente alle elezioni del 2010, ed ora è passata al centrodestra, con l’europarlamentare Giovani Toti.



Analisi corretta quella di Renzi, che racconta l’esito del voto nelle 12 realtà regionali andate al voto da quanto è Segretario del Pd. Anche se è trascorso poco più di un anno in realtà, la distribuzione è passata dall’essere 6-6 a 10-2. Delle restanti regioni, tutte tranne Lombardia (a guida Lega Nord con Maroni), Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige (guidate da Union Valdôtaine e Partito Autonomista Trentino Tirolese), sono guidate da rappresentanti del centrosinistra. Il Premier conquista un “Vero” in pagella.